Le narrazioni fasulle, i cavalli di Troia per dividere il tifo e le accuse strampalate: è ora di tornare ad essere uniti

Le narrazioni fasulle, i cavalli di Troia per dividere il tifo e le accuse strampalate: è ora di tornare ad essere unitiTUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 6 settembre 2023, 18:10Editoriale
di Vincenzo Marangio

C'era una volta, non troppo tempo fa, una Juventus dominante, solida, imbattibile e in costante crescita. Era la Juventus del primo Antonio Conte, quella che avrebbe lottato con armi importanti, ma non adeguate, la corazzata Milan di Massimiliano Allegri. Una guerra impari se si consideravano le armi a disposizione: esperienza e qualità per i rossoneri, prospettiva e voglia di stupire per i bianconeri. Allegri contro Conte, i due allenatori che, ironia della sorte, sono stati artefici della lunga monarchia juventina. Era una Juventus rinata nello spirito, rigenerata dalla voglia di riprendersi lo scudetto senza l'illusione di doverlo vincere per forza. Una squadra sospinta da una nuova casa che aveva voce, animata da una società protettiva e presente e desiderosa di costruire qualcosa di vincente e duraturo. Anni dopo siamo tornati al punto di partenza ma con qualche maceria in più. Colpa della presunzione ma anche di una lunga guerra che ha colpito il mondo bianconero a tutti i livelli.

Come la guerra al tifo, per mettere la società contro i propri tifosi. L'inchiesta "Last Banner" portata avanti dalla Procura di Torino (che aveva appena cominciato il suo lavoro accurato nel mondo Juventus) cavalcata dalla Rai con Report, e i conseguenti provvedimenti presi dal bianconero costantemente monitorato in attesa di errori. I rapporti che s'incrinano con i gruppi organizzati e la voce che, piano piano, si zittisce. Per carità: la delinquenza va sempre denunciata e combattuta, ma in questo caso si è fatto finta e si fa finta che sia esistita soltanto a Torino.

Spegnere la voce dell'Allianz era il primo obiettivo, minare i rapporti tra tifo e Proprietà il secondo. Ma non bastava. La solerte Procura di Torino comincia a scandagliare i conti della Juventus, raccogliendo dati su presunti (poi smentiti) violazioni al bilancio, plusvalenze fittizie e tutto ciò potesse servire per la seconda fase dell'operazione: quella mediatica

Nessun processo può avere risultati importanti senza prove schiaccianti o senza il "giusto" sentiment popolare. E allora via con la campagna mediatica, portata avanti da quella stampa che, sempre per fantasia collettiva, era stata considerata troppo amica della Juventus e che invece diventa, in alcuni casi, organo di informazione dell'Uefa, anch'essa adirata con il club bianconero, per la questione SuperLega. Il "Quarto Potere" si mette in moto e condiziona le coscienze comuni, trovando terreno fertile in quella parte della nazione che ha sofferto per 9 anni un dominio bianconero. Una guerra mediatica basata su accuse surreali che assumono valenza grazie alla "legge" della Giustizia Sportiva, una legge anticostituzionale che punta prima a punire e poi, eventualmente, a confutare le accuse. Punti di penalità calcolati a caso, poi annullati perché non avevano ragione d'essere e poi ricalcolati sempre senza una logica tranne per quella di buttare la Juve fuori dall'Europa e colpirla ulteriormente nelle casse.

La mancanza di difesa (patteggiamento) del club e la campagna mediatica riescono nell'intento di "convincere" addirittura una parte della tifoseria juventina che si unisce a quella rancorosa con la società per la vicenda dei provvedimenti post "Last Banner". Ma ancora non bastava. E allora ecco il "dividi et impera". La "nascita" di finti tifosi juventini, illuminati da una fantomatica onestà, che cavalcano l'odio verso Allegri o quello verso la società che appoggia Allegri e che non difende il club, insomma quello che serve per creare una vera e propria deflagrazione nella tifoseria bianconera con parte del tifo che sviluppa diffidenza, odio e desiderio nel vedere la propria squadra soffrire e pagare fino alla caduta delle teste. Un masochismo generato ad hoc e che ha funzionato benissimo.

Ma i fumi della distruzione sono alle spalle, siamo davanti ad una nuova alba con qualche scoria ancora da smaltire, come questa divisione all'interno del tifo che non ha ragione di esistere. La divergenza di opinioni è sacrosanta, ma un caposaldo dell'amore è la fiducia e se c'è fiducia il bacio (come quello di un bambino e non di un Cuadrado qualsiasi) sulla maglia bianconera, così come l'appoggio non devono mai mancare

E adesso fuori le voci, in alto i cuori e riprendiamo l'unità che ci hanno tolto subdolamente.