Lo Stadium lo possiamo cambiare solo noi.

Lo Stadium lo possiamo cambiare solo noi.
venerdì 8 settembre 2023, 22:10Editoriale
di Claudio Zuliani

In occasione del dodicesimo compleanno dello Stadium bianconero ci possiamo soltanto augurare una cosa: che torni ad essere il dodicesimo uomo in campo. Come possiamo far si che il nostro desiderio si avveri è presto detto, dobbiamo contare su noi stessi. Sulla nostra forza emotiva e sul nostro entusiasmo. Sul nostro spirito di appartenenza e sulla voglia di tifare per la nostra squadra. Tutti uniti, fino alla fine. I rapporti tra la società e il tifo organizzato sono ai ferri corti da quando si è aperta l’inchiesta “ Last banner” e la Juventus è risultata parte lesa. Tanti sono i diffidati che non possono più entrare dentro la  nostra casa e si vede la differenza quando la squadra gioca in trasferta. Al di fuori delle nostre mura sembra ce la giochiamo in casa degli altri.

Dentro il nostro grande e lussuoso appartamento sono gli avversari che fanno il comodo loro. Lo Stadium non è più un fortino, ma un teatro o un cinema a seconda delle partite. Un teatro silenzioso che fischia i propri attori se le cose non vanno per il verso giusto. Un cinema assonnato che guarda lo spettacolo senza apprezzarlo un granché. Se la via tracciata dalla società seguirà sempre di più lo show con discoteca iniziale, bandierine e popcorn che vada fino in fondo e si doti di organizzazione visiva come negli sport made in USA. Che lo schermo lampeggi con la scritta DIFESA e tutti urleremo difesa, che appaia la scritta ATTACCO e tutti urleremo all’attacco. In alternativa e facciamo prima, cerchiamo di cantare, applaudire, battere le mani seguendo il ritmo delle azioni dei nostri giocatori. Almeno questo chiedo al nostro Stadium, perché se aspettiamo l’evolversi degli eventi, aspetteremo molto tempo, troppo tempo, forse non accadrà mai più di vivere una bolgia organizzata.