Patteggiamenti incomprensibili che azzerano le pendenze del club

Visto con la logica del cittadino normale non esiste “patteggiamento” senza anche solo una piccola macchia di colpevolezza. E il dubbio attanaglia anche il tifoso medio o almeno quello capace di mettere a fuoco, senza paraocchi, la situazione complicata che il club bianconero – e principalmente il nuovo management - si è trovato ad affrontare, suo malgrado, nell'ultima annata. Altro discorso, altrettanto razionale, riporta a identici e discutibili comportamenti di altre squadre sui quali però le istituzioni hanno sempre chiuso entrambi gli occhi. E fatto finta di niente pur di tenere a galla un sistema calcio ormai al collasso. L'incapacità di governare un modello alla deriva ha prodotto tutte le criticità del caso e generato sentenze sportive illogiche e principalmente politiche.
Juve - La Juventus si è fatta schiacciare senza quasi mai mostrare quei muscoli che sarebbe bene, d'ora in poi, far sentire. Il tifoso juventino è esausto dei continui attacchi infami di coloro che hanno ben poco da insegnare con inappropriate modalità moralizzatrici. Ma al tifoso, in questo caso bianconero, andrebbero anche spiegati meglio i motivi dei mancati ricorsi in ogni sede e contesto. Tranne che nel tentativo dell'ex presidente Agnelli per provare ad uscirne il più dritto possibile. Anche se ormai è chiaro, pur facendo valere la buona fede fino all'ultimo grado di giudizio, che qualche “pesante” ingenuità è stata commessa ed anche mal digerita da chi ha ereditato, senza sbraitare, la situazione dalla quale ci ritroviamo tutti a ripartire. La prossima sarà una stagione senza coppe, con una pesante ammenda di dieci milioni da pagare e con un'immagine ancora una volta da ricostruire. Davanti, le sagome piene di fango di chi sogghigna per averla fatta franca.
Patteggiamenti – Incomprensibili all'apparenza, ma chiari nella sostanza. La Juve ha annusato da novembre scorso, con l'azzeramento del vecchio cda, che il percorso sarebbe stato tutto in salita per provare la bontà della precedente gestione amministrativa. Senza distinzione alcuna tra plusvalenze e bilanci, pur di dare un taglio con le tempistiche. La Figc ha colto la palla al balzo – con il fascicolo della Procura di Torino - pur di dare l'assist all'Uefa ed avere in cambio un posto di comando per Gravina e la certezza di organizzare gli Europei (con la Turchia!) pur non avendo i requisiti di base (gli stadi) per potersi anche solo candidare. Dalla politica passiamo quindi al “peso” politico che una squadra come la Juve dovrebbe avere e far valere. E invece comandano di più, per l'appunto con le maschere infangate, quelli che siedono ai tavoli dove si decidono le sorti del calcio attraverso la spartizione dei diritti televisivi e dei paracaduti, guarda caso, anche delle proprie seconde squadre. La Juve ha patteggiato su tutto, ripudiando ogni scelta del suo ex presidente e azzerando così qualsiasi pendenza col passato. Si riparta da qui, facendo tesoro di quanto accaduto e tornando a contare in campo e fuori. Perché non c'è più spazio per nessun altro patteggiamento.

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