Paul “Godot” non arriverà più all’appuntamento…e allora BASTA, Juve pensa a TE!

Paul “Godot” non arriverà più all’appuntamento…e allora BASTA, Juve pensa a TE!TUTTOmercatoWEB.com
domenica 17 settembre 2023, 21:47Editoriale
di Roberto De Frede
Le speranze hanno quel certo destino da compiere, nascere l’una dall’altra, ed è per questo che, malgrado le tante delusioni, non sono ancora finite a questo mondo. (José Saramago)

Lo aspettavamo tutti all’appuntamento lì in mezzo al campo, sulla sua zolla preferita da pallone d’oro, per illuminare nuovamente compagni e tifosi, regalare vittorie e giocate inimmaginabili; lo attendevamo con ansia per cancellare via per sempre una brutta prosa mal tratteggiata degli ultimi anni e ricominciare a riscrivere con brillante inchiostro pagine di pura e alta poesia; lo sognavamo come la figura colorata più bella stampata in un libro. Già un libro. A che serve un libro senza figure? dice la piccola Alice, la dolce e curiosa bambina del Paese delle Meraviglie di Lewis Carrol. E io penso subito alla magia delle illustrazioni e delle storie disegnate. Alle magie che Pogba ha negato al mondo bianconero. Alice è anche la bambina che esclama “let’s pretend”, “facciamo finta che” ed ecco che appare la “figura” come elemento della “finzione”, dal vecchio etimo latino “fingere”, che significa plasmare, modellare, inventare, immaginare. Abbiamo immaginato perché credevamo all’uomo Pogba. Immaginavamo le sue giocate, e quell’attesa, seppur lunga, ci aiutava a vivere momenti non proprio esaltanti. Ci siamo quasi, - ogni domenica esclamavamo - eccolo venti minuti, poi venticinque, trenta… e allora domenica prossima sarà titolare, facciamo finta che… sia già titolare!

Lo aveva promesso a tutti, e tutti si fidavano della sua parola e dei suoi apparenti sforzi per ricominciare. La sua promessa si è traviata e a quell’appuntamento Pogba non arriverà più. Dolo, colpa, ingenuità, ignoranza, complotto. Sinceramente non m’importa. Avrei desiderato soltanto una stagione normale, e invece anche questa si è presentata consegnando un pallone sporco di misteri e dubbi, di ombre e tende grigie, ma la squadra saprà illuminare questo campionato ugualmente. È vero, le storie possono finire, ma i comportamenti sono una scelta. Avere rispetto è una scelta. Un calciatore professionista, milionario, appartenente a una società tra le più blasonate, accerchiato affettuosamente da medici e luminari d’ogni parte del mondo, dove controllano anche quanta acqua un tesserato beve in un giorno, come può commettere una così grave “leggerezza” col rischio (quasi certezza…) non solo di tradire la propria squadra e i tifosi, ma di chiudere in maniera indegna una carriera luminosa con innanzi ancora orizzonti pieni di luce e di gloria? Testosterone. Ora le controanalisi. Rinviate perché il perito del calciatore è indisponibile… ma per cortesia. Basta! Juve pensa a TE ora, pensa alla Tua maglia gloriosa.

Un po’ di rispetto per chi ha un’anima, una passione, per chi crede ancora nel gioco del calcio e nei suoi eroi, e nei sogni di Alice! Ennesima delusione che l’amante (il tifoso) della Vecchia Signora ha dovuto incassare, dopo aver subìto la tirata d’orecchie dell’anno scorso, scaraventato dietro la lavagna da processi medievali e da uomini che hanno fatto solo del male alla Juventus. Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo. E a subirla ti senti ingannato, beffato, umiliato. La vittima d'una ingiustizia che non t'aspettavi. Ti senti anche offeso, ridicolo; a volte si è portati a cercar anche vendetta. Scelta che di rado s'accompagna alla gioia e che spesso costa più del perdono.

Mai come in questo caso una etimologia ci viene incontro. Deludere è un verbo composto da de (particella normalmente intensiva ma che, in questo caso, indica una fuoriuscita) e ludere, legato al sostantivo ludus (gioco). La parola delusione indica quindi l’uscita da un gioco e noi siamo usciti da quella magica illusione di rivedere in campo quel campione ammirato in quei fantastici quattro anni. Pogba è stato tanto amato dal mondo bianconero, lo si può anche perdonare, tanto la Juventus continuerà per sempre la sua strada con e senza i Pogba. Il problema - caro Paul - non è d'essere amati senza fine, ma di rimanere degni d'esserlo. Lo scopo non è di ottenere una ricompensa ma di meritarla. Mi auguro con tutto il cuore che almeno la sua coscienza sia limpida e leggera. Lo spero davvero, anche se a poco servirà per rivederlo incastonato nel centrocampo bianconero, suo habitat naturale.

La Juventus, nonostante i bombardamenti degli ultimi anni, rimane la Juventus, quella squadra le cui fondamenta sono indistruttibili come dimostra la sua storia leggendaria, con l’innato dna vincente, il suo stile unico al mondo, la sua forza di rinascere sempre giovane e vigorosa. In questo momento la Juventus ha soltanto bisogno di tanto amore vero, come quello dell’Allianz di ieri pomeriggio, che ha accompagnato per mano la Vecchia Signora ad asfaltare la Lazio, grazie a quei due in attacco che possono far male a tutte le squadre avversarie e ad un gioco veloce e grintoso.

E allora cara Juventus, pensa da oggi in poi a Te e a macinare vittorie fino alla fine, senza accettare più strani “appuntamenti”; ormai sei esperta, dovresti sapere che i Godot non arriveranno mai…

Roberto De Frede