Paul Pogba Godot: il giocattolo sull’armadio

Paul Pogba Godot: il giocattolo sull’armadioTUTTOmercatoWEB.com
domenica 13 agosto 2023, 20:52Editoriale
di Roberto De Frede
“Aspettare è ancora un'occupazione. È non aspettare niente che è terribile.” (Cesare Pavese) Ma aspettare un possibile niente ha tutte le forme di una inutile disoccupazione…

Ci siamo quasi. No, non parlo del Palio di Siena dell'Assunta di mercoledì prossimo, bensì del campionato di calcio di serie A, anticipato almeno di un mese rispetto agli ormai mitici quanto lontanissimi anni che furono. La prima giornata di metà settembre faceva da spartiacque tra i ricordi dell’estate ormai andata, gli amori nuovi e vecchi nati specchiandosi nei romantici rossi tramonti, le partite interminabili di calcetto, le insabbiatissime sfide di pallavolo sulla spiaggia e l’adrenalina per la nuova stagione del gioco più bello del mondo che sconfiggeva, o meglio attenuava, la nostalgia di quella più bella ormai andata. Oggi invece mentre ancora contempliamo un caldo crepuscolo schiacciando sotto rete una cannonata alla Zorzi, dobbiamo dare un occhio alla pay tv perché all’ Udinese Arena la Juventus fra qualche giorno sarà di scena.

Su il sipario!

Una Juventus ancora orfana per un po’ di tempo (sarà davvero“un po’?”) di Paul Pogba, il giocattolo costosissimo più desiderato dal tifoso bianconero; si sa per il tifoso che è sempre un po’ bambino, sapere di avere un giocattolo in casa, sull’armadio e senza batterie, ancora nella scatola intonsa, e non poterlo avere tra le mani e cominciare a viverlo, è una tortura indicibile.

La maggior parte dei tifosi vuole sentire l'anima del loro beniamino, vederlo muoversi nella giostra, così come i bambini vogliono scoprire il loro giocattolo, i suoi piccoli segreti, cosa c’è dentro, quale marchingegno diabolico gli dà il movimento. Quando questo desiderio si è ficcato nella testa del fanciullo, egli riempie le sue dita e i suoi occhi di un'agilità e di una forza singolari. Il fanciullo gira, rigira il suo giocattolo, lo raschia, lo sbatte contro le pareti, lo getta a terra. Di tanto in tanto gli fa ricominciare i suoi movimenti meccanici, talvolta in senso inverso. Il fanciullo, come il popolo che assedia le Tuileries, compie uno sforzo supremo e infine l'apre. È il più forte. Altri invece rompono subito il giocattolo, appena messo nelle mani, per poi piangere o esser felici della marachella commessa.

Pogba, il giocattolo che da felicità, è arrivato l’anno scorso con le migliori intenzioni, ma non ha dato modo al tifoso di guardarlo, di giocare con lui interagendo, di smontarlo, di criticarlo subito come minestra riscaldata, di sbatterlo in prima pagina come il peggiore in campo e come il miglior ritorno mai visto prima. Il tifoso oggi sembra in apnea, e così anche quel centrocampo da tempo sott’acqua senza bombole. Un giocattolo, Pogba, ancora inscatolato e messo lì sull’armadio.

Il tifoso ha ancora il diritto di sognare di avere quel giocattolo tra le mani, di smontarlo, di farsi portare per mano, di emozionarsi? Dopo tanto tempo lì sopra a prender polvere funzionerà ancora? Aspettare qualcosa che arrivi, avendola già, è una sensazione angosciante, irreale, quasi una presa in giro. Un bambino diventerebbe irascibile. E un tifoso? L’allenatore? I compagni di squadra? La società? Credo che per loro l’ira somiglia a quella del “pelide Achille”!

Sembra proprio di aspettare il signor Godot, come quello del dramma del tempo e dell’esistenza umana di Beckett: inutile attesa di un gesto salvifico che potrebbe non arrivare mai. Non c’è posto neanche per la ribellione, perché alla delusione si accompagna l’apatia di chi non vuole – o non può, in fondo – cambiare il proprio destino. Pogba è atteso sulla scena e - come Godot - ormai chi sia davvero, non ci è dato saperlo: costantemente evocato da tutti, sempre sull’orlo dell’epifania, che però non viene mai concretizzata. È, sarà il Pogba campione del mondo o quello incolore dell’ultimo Manchester United? Lo rivedremo con la maglietta bianconera o con una dai caratteri semitici?

Intanto ad aspettare il signor Paul Pogba Godot non sono soltanto i due vagabondi del dramma ma l’intero popolo bianconero che assiste frastornato a questo non-spettacolo. Il fatto che non sappiamo nemmeno che ruolo abbia questo novello signor Godot nella vicenda non fa che aumentare il senso di confusione, fastidio, rabbia e irrequietezza. Godot non arriva, seppur costantemente annunciato. Questo crea un effetto paradossale: tutto è fermo e tutto scorre, tutto è diverso ma tutto in fondo è uguale a se stesso. Siamo bloccati ad aspettare ma ancora per poco, perché il tifoso, come il bambino è molto esigente!

Se Godot non arriva potremmo impiccarci, si suggeriscono l’un l’altro Estragone e Vladimiro. E se poi, però, Godot arrivasse? Decidono così di attendere un altro giorno, ma noi già sappiamo che andrà nello stesso identico modo. E di Godot, nemmeno l’ombra. Non sappiamo chi sia, certo, ma possiamo immaginarlo. Godot è quel gesto salvifico che l’umanità attende dall’inizio dei tempi e che mai arriva. Godot è eterno annuncio che non si fa mai carne, presenza viva. Godot è solo una parola, che resta bloccata nelle menti e nei cuori di noi tutti, illudendoci che un cambiamento radicale sia possibile, che il signore buono arriverà un giorno a salvarci, risparmiandoci anche la fatica del cappio.

I Lettori stiano tranquilli, qui nessun cappio, ci mancherebbe! La Juventus va OLTRE Pogba.

Forse ciascuno di noi ha il suo Godot personale, che continua ad attendere giorno per giorno, invano, senza mai rendersi conto che forse potrebbe non esistere nemmeno. Aspettando Godot è lo specchio in cui si riflettono le nostre stesse, miserabili illusioni. Pogba da manna dal cielo, da signore del centrocampo che avrebbe dovuto colmare la voragine in quella zona del campo minata da anni, si è trasformato in un estenuante Godot, e con il calciatore Godot le partite non si vincono. La Juventus e i suoi tifosi non meritano illusioni e dubbi, hanno bisogno di certezze vincenti. 

Ricordando malinconicamente il primo Pogba, oggi Paul Godot è come una meravigliosa giostra ferma e senz’anima: rende il tifoso triste, come quella tristezza che coglie il bambino al termine del giro al lunapark. Spero che come quest’ultima del bimbo sia di breve durata. L’innocenza verso il futuro e il suo io non ancora rinchiuso nella dura corazza dei progetti lo fanno sorridere del vecchio barbuto che ha interrotto con un rapido gesto della mano la momentanea felicità. “Giocavano in riva al mare – dice lo Zarathustra di Nietzsche -; ecco, venne l’onda e trascinò via nel fondo i loro giuochi; e ora piangono. / Ma la stessa onda deve portare loro nuovi trastulli, e nuove variegate conchiglie rovesciare ai loro piedi!”

Chissà se l’onda verrà dal Mar Rosso, trascinando via con la forza della corrente di risacca illusioni, dubbi e incertezze e riportando sulla riva dell’Allianz glorie e trionfi reali, e soprattutto giocattoli e giostre funzionanti!

Roberto De Frede