Udine come linea da seguire. I poveri ossessionati rialzano la testa. E' un buon segnale!

Il risultato certo, ma non solo. Sono diversi gli aspetti che fanno ben sperare dopo l’esordio di Udine. La premessa è sempre la solita, si tratta della prima giornata di campionato, ma quanto visto alla Dacia Arena di Udine è l’ideale proseguimento di quei piccoli segnali arrivati nel corso delle amichevoli. Squadra determinata, aggressiva, con un baricentro più alto e finalmente votata all’attacco. Le parole di Federico Chiesa non possono passare inosservate, anzi come importanza vanno di pari passo con il bel 3-0. C’è stato il tanto auspicato cambio di mentalità? Serviranno altre prove, ma la sensazione ad oggi sembra essere quella. E lo dico chiaramente, che sia merito di Magnanelli o di Allegri mi interessa il giusto, la cosa fondamentale è che si prosegua su questa strada.
Strada dove Chiesa è tornato fondamentale, in un ruolo diverso, più vicino alla porta e libero di svariare in diverse zone del campo, dove Cambiaso e Weah sembrano padroni delle corsie, dove Vlahovic pare maggiormente integrato, ma soprattutto dove la squadra lancia un messaggio inedito: non ci accontentiamo del vantaggio, ma si prosegue ad attaccare e a cercare il gol. I 60 minuti di Udine, sono stati tra i migliori visti da quando Allegri è tornato sulla panchina della Juve, e per favore, per una volta lasciamo perdere la fase in cui la squadra si è naturalmente abbassata complici il caldo la stanchezza ma anche il 3-0 che dava una certa sicurezza. Lo dico perché i soliti “ signor no “ hanno provato a mettere in evidenza questo aspetto. Allora lancio una provocazione: se questa partita l’avesse fatta la Juve di De Zerbi, di Tudor o di Zidane cosa si sarebbe detto? Nessuno avrebbe sottolineato la parte finale della gara ma solo ed esclusivamente quanto di buono fatto prima. Sia chiaro, Allegri resta il primo ad essere sotto esame e certamente non ci facciamo illudere da una singola partita, ma trovo scorretto non mettere in evidenza quanto di buono per una volta abbiamo visto.
Ci sono poi i soliti noti, i poveri ossessionati, che hanno rialzato la testa, disquisendo, con tesi che varrebbero il ritiro del tesserino da giornalista (ammesso che lo abbiano mai avuto o che lo abbiano ancora) sul ritorno della Juventus. Non sarà che temono per il campionato? Non sarà che vedono un rivale per il loro Napoli o per la loro Inter? Torno al concetto espresso anche alla radio, questa è una stagione che con la rabbia messa insieme l’anno scorso, anzi soltanto pochi mesi fa, la squadra dovrebbe aggredire per tutte le 37 partite che restano esattamente come fatto a Udine. Quale migliore rivincita se non quella del campo?
Niente è stato fatto, la via è ancora lunga e tortuosa. Vedremo cosa riserveranno gli ultimi giorni di mercato. Allegri sembra aver dettato però la linea base, il 352, con Chiesa alle spalle di Vlahovic. Resta aperta la questione Berardi, con buona pace di Carnevali le regole le detta la Juventus e attenzione a qualche uscita soprattutto per ridurre il numero dei giocatori, visto che purtoppo si giocherà solo una volta a settimana. Spero però che non ci siano mosse in extremis di una certo valore nelle ultime ore di trattative perchè la forza della squadra può essere anche lo zoccolo duro che ha vissuto sulla propria pelle le nefandezze della passata stagione.
Ps: Chiedo scusa se oggi non ho parlato di Rovella e dei presunti regali fatti a Lotito. Per una volta godiamoci quanto di buono visto, per le polemiche ci sarà sempre tempo…

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