Gleison Bremer: l’immagine di una Juve forte e vittoriosa

Gleison Bremer: l’immagine di una Juve forte e vittoriosaTUTTOmercatoWEB.com
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martedì 23 gennaio 2024, 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti
Una crescita esponenziale quella del difensore brasiliano, uomo onnipresente in formazione e sempre tra i migliori in ogni gara

La striscia positiva prosegue, la vittoria a Lecce ha rappresentato un passo importante: Juventus prima in classifica seppur con l’asterisco. Dallo stadio di Via del Mare sono piovute conferme eccellenti, sia a livello di squadra che di rendimento dei singoli e di interpretazione del match. La doppietta di Vlahovic ha indirizzato la partita, il marchio fiammeggiante di Bremer ha suggellato un secondo tempo da incorniciare in casa bianconera. E proprio sul centrale brasileiro non può che appuntarsi il focus, Gleison ormai è divenuto il totem di una difesa che ha stabilito un record europeo: la Juventus in questo campionato, insieme all’Inter, ha tenuto inviolata la propria porta per ben 12 gare, un dato ragguardevole non pareggiato da nessun club, all’interno dei cinque migliori campionati continentali. Bremer è assurto a baluardo inscalfibile, un vero muro, simbolo di una Juve che non smette di sorprendere, con ben 15 vittorie e 3 pareggi conquistati nelle ultime 18 gare. Gleison Bremer Silva Nascimento, nel suo primo anno alla corte di Madama, ha avuto un rendimento altalenante, buone prestazioni accoppiate a gare davvero brutte, Napoli-Juve dello scorso campionato, con un passivo di cinque reti ce la ricordiamo tutti; per lo statuario difensore centrale la prima annata in bianconero non si è rivelata per nulla facile per adattamento, la grande pressione, normale quando si indossa questa maglia si è fatta sentire, senza dimenticare l’anno terribile per situazioni extracampo che hanno destabilizzato profondamente l’ambiente.

Figuriamoci per chi era appena arrivato e doveva assimilare al meglio, e in breve tempo, la filosofia Juve, trovandosi al cospetto di una centrifuga impazzita non dipendente dal campo. Alcune buone prestazioni, alcune giornate no, in una stagione che però è servita al ragazzo per capire, chiaramente, che giocare nella Juventus significa combattere contro tutto e tutti, dentro e fuori dal rettangolo verde. Fiducia immutata da parte di società e allenatore, Bremer è ripartito a luglio con una determinazione diversa, figlia di un’esperienza che è divenuta tesoro su cui costruire le proprie fortune attuali e future, con una crescita caratteriale e qualitativa apparsa subito ottimale. L’unica giocata sbagliata è arrivata contro la Lazio, costruzione dal basso errata e costata il gol di Luis Alberto, poi, a parte l’imbarcata collettiva del Mapei Stadium, il numero 3 di Madama è cresciuto mostruosamente, non lasciando nulla sul campo agli attaccanti affrontati, presidiando la propria zona di competenza in maniera eccezionale, marcando i diretti avversari in maniera spietata, senza far mai passare nemmeno uno spillo. Una crescita vertiginosa la sua, che ha giovato alla fase difensiva e all’intera squadra che vede in lui un difensore marmoreo, sempre concentrato, attento e con uno strapotere fisico sbalordente. Anche a Lecce contro Kristovic, che non sarà mai Van Basten per intenderci, Bremer ha silenziato un cliente rognoso, d'impatto, pronto a fare a sportellate, rivelandosi impeccabile nell’anticipo, lottando, francobollando, il diretto riferimento e chi si presentava nelle vicinanze della sua zona difensiva, per poi incoronare la sua performance da urlo, con lo stacco imperioso recapitato in rete, che ha definitivamente chiuso la disfida.

Il brasiliano le ha giocate tutte, è l’uomo di cui Allegri si fida ciecamente, il primo nome da scrivere nella distinta, onnipresente, con ben 21 gare disputate in campionato, dove ha raccolto prestazioni sontuose, annullando gli avversari, segnando 2 reti e collezionando 3 cartellini gialli. Il ragazzo di Itapitanga ha giocato 1.884 minuti fino ad ora in campionato e 90 in Coppa Italia contro la Salernitana, migliorando costantemente e inesorabilmente posizionamenti, aggressività, tempismo e fiducia, per la pochissima gioia delle punte che si trovano ad essere regolarmente soffocate e annullate dalla marcatura del gigante brasiliano. Un vero cerbero, il faro di riferimento del pacchetto arretrato della Vecchia Signora che sciorina una forma smagliante e una prepotenza fisica da intimidire chi gli si fa incontro, con una presenza in zona gol tutt’altro che trascurabile. C’è un dato che testimonia la sua attitudine ad aggredire, con successo, la porta in cui segnare: dal 2019/2020, stagione in cui ha siglato il suo primo gol in Serie A, ad oggi, Bremer ha messo a segno 17 gol nel campionato italiano: solo Sergio Ramos, con 18 centri ha segnato più gol tra i difensori centrali nei maggiori cinque campionati europei. Valutando che l’iberico è anche stato rigorista, il dato riferito a Bremer risulta ancora più eccezionale, battezzando ulteriormente la sua attitudine alla realizzazione, spesso di testa, sfruttando una potenza prorompente e una fisicità devastante. Gleison Bremer, un uomo da Juve, un centrale che prosegue la tradizione bianconera in fatto di difensori di alto lignaggio, e di livello mondiale.