Tudor a tempo e la paura di un altro fallimento: c'era una volta la Juve

La prima sconfitta stagionale dopo cinque pareggi consecutivi acuisce la crisi della Juve. La panchina di Tudor traballa sempre di più e il pericolo di una stagione disastrosa è concreto. Si ha l'impressione netta del cambio di status della Vecchia Signora.
Si sono giocate appena sette giornate di campionato, ma le acque sono già molto agitate: Tudor a rischio esonero, il timore di andare incontro ad una stagione fallimentare, la convinzione che la Juve di una volta ormai sia una chimera. Lo scudetto da cinque anni non ha più diritto di cittadinanza alla Continassa. A Como il tecnico ha cambiato, ma resta la confusione tattica, siamo ai limiti dell'anarchia, inconsapevole sia chiaro. E' un po' il refrain in questa prima parte di stagione, contrassegnata da risultati rocamboleschi, partite rimediate in extremis, con una costante: squadra senza un'identità. Così è difficile si possa andare lontano. La società sta annusando il rischio di non qualificarsi per la prossima Champions League, sarebbe un disastro di natura economica, un freno al processo di risanamento dei conti. Quindi bisogna correre ai ripari. Nessuna ufficialità su possibili allenatori contattati, ma indiscrezioni. Nelle ultime ore si sono fatti i nomi di Spalletti (sarebbe stato allertato da tempo), Palladino (avrebbe incontrato Modesto), addirittura De Rossi, ma questa si presume rientri tra le immancabili suggestioni. Qualcuno ha rispolverato Mancini, proposto da Giuntoli per il post Motta, ma bocciato da Elkann.
Mercoledì Juve attesa Real, domenica prossima dalla Lazio. La sfida di Champions diventa difficile prenderla come prova di riscatto, ma almeno ci si aspetta una reazione. Probabilmente sarà decisiva la trasferta capitolina. Tudor un uomo solo al comando potrebbe essere il titolo. In realtà la squadra sta con lui, ma sono fortemente autocritiche le parole di capitan Locatelli: “Quando indossi questa maglia devi cercare di vincere senz’alibi e dare più di quanto stiamo dando ora”. Evidentemente i giocatori non riescono ad esprimersi rispetto alle esigenze del tecnico. Quali? Domanda pertinente, risposta difficile. Ormai si ripetono gli stessi errori: formazione iniziale sbagliata, cambi spesso incomprensibili. Il momento difficile di Igor è certificato da ciò che dice quando si presenta davanti a microfoni e taccuini. Alcune risposte sono contraddittorie, altre un po' piccate. All'inizio della stagione il tono era diverso. Panchina in bilico, ne è consapevole. Attenzione, non tutte le colpe sono del tecnico. Siamo sicuri abbia avuto voce in capitolo sul mercato? Gli acquisti sono all'altezza? Dubbi leciti. Comunque sia, negli ultimi cinque anni, cambiati quattro allenatori, due società, a novembre saranno tre con il nuovo assetto. Sotto il profilo scudetto, zero scudetti. Il magro bottino è di due Coppe Italia, un tempo erano appendici di stagioni top. Lo status della Juve ormai è cambiato. Bisogna farsene una ragione.
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