Battere la paura il primo comandamento: Tudor dimostra di essere da Juve

La Juve ha un sostanziale obbligo di tornare da Como con il bottino pieno. Un altro pareggio servirebbe a poco, se non ad aumentare i timori di finire nello stesso vortice dello scorso anno, ai tempi di Motta. Tudor dovrà indicare la retta via ai suoi, sotto il profilo tecnico/tattico, ma anche mentale.
Il fantasma di Motta ormai aleggia da qualche settimana nell'universo Juve. Colpa dei cinque pareggi consecutivi, di cui tre in campionato che riportano la mente a quel periodo. Risultati a parte, sono state le prestazioni ad alimentare il vento del pessimismo, tra i tifosi e in generale nell'ambiente. A Como serve una vittoria per uscire dall'empasse. Anche perché poi si andrà a casa Real per la terza di Champions League. Quindi trasferta a Roma, sponda Lazio. Diventa un trittico fondamentale per capire se questa squadra possa veramente ambire a qualcosa d'importante e allo stesso tempo se Tudor sia l'uomo giusto per la ricostruzione. Intanto per quanto riguarda la questione meramente tecnico/tattica. E' arrivato il momento di cambiare qualcosa rispetto ad un assetto finora privo di una trama riconoscibile, non in grado di prendere in mano il pallino del gioco. Se non in parte contro Parma e Genoa, nelle altre gare l'encefalogramma della truppa spesso è risultato piatto. L'allenatore ha rimediato più volte con i cambi, come se non avesse un piano ben preciso. Domenica a Como serve la svolta. Si parla di un nuovo modulo, il 3-5-2, adottato nella parte finale del match contro il Milan. In quel caso, però, aveva una vocazione palesemente difensiva.
Tudor è stato ottimo psicologo nel ricompattare un gruppo, uscito a pezzi dalla gestione Motta. Più carota che bastone, in questa Juve tutti remano dalla stessa parte, su questo non ci sono dubbi. Poi il dottor Igor sembra essersi tolto il camice e la sua squadra ha assunto un atteggiamento diametralmente opposto rispetto a quello, per esempio, delle nove gare dello scorso campionato, quando il baricentro era più alto e la riaggressione una sorta di comandamento. Cosa può essere accaduto? C'è chi sostiene che in quel caso c'era da raggiungere un obiettivo a tutti i costi, quindi bisognava osare, a costo di rischiare. Come è avvenuto nei minuti finali dell'ultima gara a Venezia, quando la Juve stava per rimanere impantanata nella laguna. Sarebbe stata esclusa dalla Champions, a beneficio della Roma. Partendo dall'inizio, il tecnico pare abbia problemi di gestione e forse anche di pressione. Del resto lui è noto per essere un bravo subentrante. Per la prima volta si trova a cominciare una stagione sulla panchina di un top club che gli chiede di vincere, o comunque essere competitivo. Aumentano i tifosi convinti che Tudor non sia da Juve. Spetta a lui smentirli. Senza paura.
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