Juventus-Lazio, Tudor in conferenza: "Squadra motivata. Tutti dobbiamo dare qualcosa in più. Esonero? Paura zero"
Si è appena conclusa la conferenza stampa di vigilia di Igor Tudor, in vista del match tra Lazio e Juventus valido per l’8ª giornata della Serie A 2025/2026. Roma si prepara così ad accogliere la sfida con fischio d’inizio alle ore 20:45, e i tifosi bianconeri hanno avuto l’opportunità di seguire in diretta testuale su BianconeraNews tutte le dichiarazioni del tecnico croato. Ecco le sue parole:
CONFERENZA STAMPA DI IGOR TUDOR PER LAZIO-JUVENTUS
Buongiorno Mister, come sta la squadra?
"La squadra è motivata e determinata a fare bene. Ci siamo preparati con due allenamenti intensi."
David ha giocato, ma gli altri nuovi sono stati impegnati poco. Perché?
"Non c'è nessun problema particolare. L'allenatore deve valutare diversi aspetti. Serve sempre un periodo di adattamento, non solo al campionato, ma anche al modo di giocare della squadra. Tutti si impegnano e danno il massimo."
C'è fiducia dalla società? O pressioni?
"Sto benissimo, non penso mai a me, ma solo alla squadra, come vi ripeto sempre. La sensazione dopo Madrid è positiva, anche se abbiamo perso."
Il paragone Yildiz-Del Piero è forzato o no?
"I paragoni sono sempre delicati. Del Piero ha fatto la storia, Yildiz è al suo primo anno da vero protagonista. Probabilmente è il più importante della rosa. Gioca sempre. Non è facile: a volte inizi spensierato e poi senti il peso, l’attenzione delle avversarie e i tanti minuti che giochi. Fa tutto parte del percorso."
Quanti campioni mancano alla Juventus secondo lei? E ha paura di essere esonerato?
"Campioni? Adesso questa domanda non c’entra con il momento, le analisi si fanno dopo. Esonero? Ripeto, e in tutta sincerità: questi pensieri da zero a dieci sono a zero. Me la godo, sono lucido anche nelle difficoltà. Cerco sempre di mettermi in bilico da solo, capire cosa fare meglio, quali soluzioni trovare, come motivare la squadra. Del futuro mi importa solo domani."
Viste le difficoltà degli attaccanti, non crede uno di loro debba giocare con continuità?
"David ne ha fatte tre di fila. Forse sì, magari c'è bisogno di far giocare con continuità più giocatori offensivi, rinunciando un po' alla solidità difensiva. Potrebbe essere una soluzione: sia i due attaccanti, sia Yildiz e Conceição tutti insieme. Vedremo. Serve equilibrio difensivo ma anche equilibrio offensivo. Quando si fa fatica a fare gol la ricetta giusta può essere rinunciare a qualcosa per provare a guadagnare dell'altro. Domani dobbiamo avere la mentalità e la voglia di non voler subire gol e poi andare ad attaccare per far male all’avversario"
Post Madrid lei ha detto che siete un po' indietro sul tema dei leader… Può essere una questione generazionale?
"È vero, ormai è chiaro a tutti che è una questione generazionale; la personalità che avevamo noi della mia generazione era totalmente diversa. Quando valuti un giocatore guardi prima alle sue qualità, poi se ti porta anche personalità, quella vera, allora è come trovare oro. In queste nuove generazioni è una cosa un po' più rara. A volte questo aspetto puoi migliorarlo, altre no. Io parlo con i miei ragazzi, ogni giorno, ogni allenamento per insegnargli."
A Marsiglia lei giocava in maniera più spregiudicata, la squadra era più energica, come mai alla Juve no? Perché è costruita diversamente?
"Un allenatore deve adattarsi alle sue squadre. Tutte le squadre sono differenti tra di loro."
Nella sua Juve c'è qualcuno che sta dando segnali di leadership? E c'è una critica che le sta dando fastidio?
"Critiche? Non saprei. Leader? Locatelli ha personalità e c'è sempre. Perin c'è sempre anche lui. Thuram in futuro può diventarlo. Yildiz lo è per modi di fare, impegno e qualità. Vlahovic ha personalità e peso, anche David è uno giusto che fa le cose per bene. In realtà ognuno deve tirar fuori qualcosa. Tornando al tema generazionale: ognuno fa il confronto tra la propria e quelle più giovani. In generale, vedo un mondo sempre con meno empatia e più egoismo."
Mister, Zhegrova, quando è arrivato non stava benissimo, poi è un po' sparito dai radar… Ci può dire come sta?
"E' una bella domanda. Il ragazzo arriva da un anno senza giocare. È tornato dalla nazionale e purtroppo si è rifermato dopo un allenamento pesante. Appena sente un po' tirare si ferma, sicuramente ha qualità nel piede e può darci brillantezza. Ma al momento è impossibile che giochi tutta la partita."
Orgoglio e rabbia: sono davvero le emozioni da portare con sé?
"Assolutamente sì. Tutti dobbiamo cercare di dare qualcosa in più, ogni volta che scendiamo in campo."
Cosa rende Kelly e Kalulu così importanti per la squadra?
"È semplice: le loro prestazioni. Quando uno gioca bene, merita sempre spazio in campo."
ORE 14:50 - TERMINA LA CONFERENZA STAMPA DI IGOR TUDOR
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