L'avv. Vigna a RBN: "Ricorso Agnelli, possibile rivoluzione nella giustizia sportiva italiana"
A Radio Bianconera, nel corso di Fuori di Juve, è intervenuto Mario Vigna, avvocato di Diritto Sportivo Internazionale e arbitro del Tas di Losanna. E si è espresso sulle parole dell'avvocato generale della UE Dean Spielmann, che ha espresso il proprio parere riguardo al ricorso dell'ex presidente della Juventus Andrea Agnelli e dell'ex ad Maurizio Arrivabene al TAR del Lazio, colpiti da un’inibizione di due anni da qualsiasi attività professionale nel calcio italiano per il loro coinvolgimento nel caso plusvalenze che ha colpito il club bianconero. In particolare Spielmann ha sottolineato l'anomalia dell’ordinamento italiano che impedisce al TAR del Lazio di annullare o sospendere le sanzioni disciplinari sportive, ma soltanto di riconoscere un eventuale risarcimento economico. In pratica ha affermato che la giustizia sportiva italiana contrasta con il diritto europeo.
"Se si desse parere favorevole al ricorso, sicuramente si avrebbe una rivoluzione copernicana dell'attuale sistema di giustizia sportiva italiana. Oggi, in base a un principio di autonomia sancito dal 2003, ha fatto sì che le sanzioni sportive diventassero intangibile dal giudice ordinario. Questo è stato più volte in questi anni ribadito dalla Corte Costituzionali con diverse sentenze, con le quali ha detto che il giudice amministrativo non può annullare una sanzione sportiva, laddove la ritenga non corretta può dare solo una tutela risarcitoria. E questo è già successo nel caso di Antonio Giraudo".
E ha continuato: "Questo principio secondo cui le corti sportive emettano decisioni intangibili dalla giustizia ordinaria è un tema dibattuto da moltissimi anni, e la novità dell'avvocato generale risiede nel fatto che c'è anche una critica al sistema di giustizia italiano. Gli articoli che menziona sono due, e va a dire una cosa nello specifico: si dice che nel sistema italiano di giustizia sportiva i giudici non sono così terzi da garantire una tutela giurisdizionale effettiva. Si potrebbe arrivare a una giustizia sportiva veramente terza e capace di dare una tutela riconosciuta dai diritti dell'UE. E' chiaro che giustizia sportiva e ordinaria, con questa decisione cominceranno a essere più vasi comunicanti rispetto a prima, perché il giudice statale potrà incidere su quelle sentenze. C'è un problema di terzietà dei giudici sportivi, nominati dall'organo esecutivo. E aggiungo: spesso e volentieri alcuni illeciti vengono puniti sulla base del principio dell'art. 4, e vengono inserite tante categorie di violazioni. Su questo la Corte di Giustizia ha chiesto all'avvocatura di non pronunciarsi, la Corte si è voluta riservare su questo un potere di dire la sua. E questo potrebbe essere un elemento di curiosità ulteriore".
Mentre sul ricorso di Antonio Giraudo ha detto: "Anche lì il problema è che è stato fatto solo un risarcimento. Ora si potrebbe riaprire un vaso di Pandora e se veramente si riterrà la sanzione illegittima, potrebbero decidere di sospendere o annullare certe sanzioni".
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