Juventus, Trotta smonta le accuse di bullismo nello spogliatoio: "Sciocchezze"
C’è chi lo immagina come un campo minato di cattiverie invisibili, chi lo dipinge come una giungla di rivalità e sussurri velenosi. Ma Ivano Trotta, ex centrocampista di Napoli e Juventus, con la voce calma e l’esperienza di chi ha respirato l’odore dei vestiti sudati e delle scarpe bagnate in spogliatoi di Serie A, restituisce un’immagine diversa.
Ospite di “1 Football Club” su 1 Station Radio, Trotta ha raccontato la quotidianità di quegli spogliatoi in cui il calcio diventa vita: “Lo sfottò fa parte del gioco, è sempre stato così. Ma bullismo vero e proprio? Tra uomini adulti e professionisti mi sembra assurdo. Lo spogliatoio è una seconda casa, spesso più di casa tua, perché lì passi più tempo che con la tua famiglia”.
Ogni squadra ha i suoi rituali, ogni gruppo i suoi scherzi, ogni uomo la sua permalosità. Qualche discussione, qualche battuta che brucia, certo. Ma l’idea di una gerarchia basata sulla paura o sulla prevaricazione sistematica non appartiene a quel mondo. Trotta disegna così uno spogliatoio reale: sudore, fatica, complicità, un luogo dove la disciplina e l’esperienza hanno la meglio sulle chiacchiere e sulle malizie dei corridoi esterni.
Il suo racconto è un promemoria per tifosi e media: dietro le porte chiuse, dove gli armadietti odorano di muschio, di panni lavati e di deodorante, la vita di una squadra professionistica si regge su equilibri invisibili, sul rispetto reciproco, sulla condivisione della fatica. E il calcio, dopotutto, resta quello sul campo, dove contano solo le gambe, la testa e il cuore.
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