Le Contropagelle di Juventus-Inter, a cura di Marco Edoardo Sanfelici

Le Contropagelle di Juventus-Inter, a cura di Marco Edoardo SanfeliciTUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 11:20Primo piano
di Fabiola Graziano
CONTRO LA FORZA SI VINCE COL TALENTO JUVENTUS - INTER 4 a 3

DI GREGORIO 5,5 - Quando in una partita si segnano 7 reti, non è mai solo merito dei marcatori. Di Sommer si occupi un mio omologo “cartonato”, che a me urtano le due incertezze sul primo tiro di Calhanoglu e sul colpo di testa di Thuram “prescritto”. Forse sul primo goal dell’Inter solo Gigi l’avrebbe tenuta, ma la palla del 2 a 3 gli passa a un centimetro dal mignolo destro. Meno male che “tutto è bene quel che finisce bene”. Ma lui...chiuda la porta, e che diamine!

GATTI 6,5 - “Di Lautaro non v’è traccia” e se così è, qualcuno lo avrà annullato. Gattone mio. Se magari non si perdesse Marcus, non si andrebbe sotto, ma fa un partitone di lotta e sacrificio. E basta e avanza. (JOAO MARIO S.V. - Dato che si sta perdendo, Tudor inserisce un attaccante – detto tra noi, abbiamo visto qualche genio sullo 0 a 3 inserire due difensori – Prova a partire dentro il campo una volta, che non è banale. Troppo poco, però)

BREMER 6,5 - Trova pane per i suoi denti in Marcus Thuram, una bestia mai doma. Viene proprio trafitto da lui di testa, patendo un blocco lecito di Bastoni. In precedenza propizia il vantaggio di Kelly con un assist al buio. Insomma, con lui la difesa regge e se prende 2 reti è merito della forza dell’Inter e ci può stare.

KELLY 6,5 - Apre lo score dopo 14 minuti con un tiro rasoterra tanto giusto quanto a fil di palo, su assist sontuoso di Bremer: “la classe operaia va in Paradiso”. Lloyd nella parte di Gian Maria Volontè. Il miglioramento dell’inglesino abbaglia. Sulla fascia di pertinenza randella quanto basta Dumfries per limitarlo al minimo sindacale. Spinge in avanti con personalità ogni volta che il palleggio arretrato lo libera nel corridoio. Ottimo acquisto, anche se fuori dal mercato estivo.

KALULU 6 - Schierato per controllare le folate nerazzurre, perché attaccare sarebbe un suicidio: meglio attendere e ripartire. La partita lo obbliga a fare il quinto di destra e vedere la porta avversaria col cannocchiale. Non molla fino in fondo e non si tira indietro nei contrasti.

LOCATELLI 6,5 - Come ha dichiarato David in settimana: impressiona la capacità di leggere i tempi della partita. E Manuel lo fa per tutto il 1° tempo con la precisione dell’orologiaio ginevrino. Raddoppia in aiuto del compagno e spazza via in anticipo contro i garretti meneghini. What else… (CABAL S.V. - Bentornato Juan David, il recupero dei lungodegenti è terminato. Entra nel cambio tattico prodotto da Tudor nel tentativo di sostenere la diga eretta contro lo strapotere fisico dei “prescritti”. Non demerita, anzi va anche alla conclusione, alquanto velleitaria, durante il forcing finale. Uno in più per Tudor)

THURAM 7 - Non ci sta a perdere il duello in famiglia e pareggia il colpo di testa del fratello con un’incornata che appariglia il match ad una manciata di secondi dal 90°. Attraversa evidenti difficoltà di posizione nella prima frazione e viene fuori alla distanza, concludendo da dominatore. Forse ai punti il derby dei Thuram lo vince lui.

McKENNIE 6,5 - Sostituisce Cambiaso sulla sinistra e potenzia il centrocampo juventino con la sostanza, marchio di fabbrica. Poi Tudor lo sposta in mezzo per schermare una difesa messa sotto pressione per almeno 30 minuti. Fa da frangiflutti tra le linee. Il classico giocatore dal lavoro sporco, indispensabile per raggiungere i risultati. (DAVID 6 - Una sola giocata, ma che potrebbe rivelarsi a gioco lungo “storica”: sul servizio di Thuram, contestato dai protagonisti della “Marotta League”, riceve palla spalle alla porta. Invece di farsi tentare a girarsi e puntare al tiro, appoggia la palla col contagiri ad Adzic, che va a procurare orgasmo prolungato ai 40 mila dello Stadium. David farà i suoi goal, ma sarà apprezzato soprattutto per le reti che farà segnare).

KOOPMEINERS 5 - Oggetto del mistero, tanto fitto da causare mal di testa ad Agahta Christie e Alfred Hitchcock. Abbiamo appurato stasera che a destra alto non può giocare. Ma anche da mediano cicca; in mezzo si gioca con uno in meno; non so...che sia bravo in porta? O, come purtroppo è ormai conclamato, è un giocatore del tutto inutile? E Percassi gongola. L’olandese gioca 2 palloni veri e sbaglia due passaggi su due. Uno dei quali innesca una ripartenza interista pericolosa assai. Panchina fissa, chiuso. (ADZIC 7 - Chi mi conosce sa bene che da 2 anni vado dicendo che abbiamo un campione in casa, ma lo facciamo giocare nella Next Gen. Ora tutti se ne saranno accorti. Stop alla...Higuain e tiro alla...Tevez. Ho spiegato tutto. Koop in panca e Vasilije in campo!)

YILDIZ 7 - Migliore in campo? Se la gioca con Kephren. Il tiro da fuori area che uccella Sommer rientra nella casistica dei gesti tecnici per cui non si smetterà mai di pagare un biglietto per una partita di calcio. Solo pensarlo significa essere di un altro pianeta. Gioca tutta la gara, perché Tudor sa che deve crescere nella tenuta atletica. 

VLAHOVIC 6 - Igor Tudor lo preferisce perché partite di questo genere, ne ha giocate decine e decine. Sa bene che là davanti ha bisogno di un lottatore che regga l’urto del “macellaio “ di turno (leggasi Acerbi) e Dusan sa rispondere sacrificandosi al martirio. E’ il terminale di tutti i rinvii dall’area piccola, a saltare il centrocampo, per evitare la superiorità dell’Inter nella terra di mezzo. Al diavolo l’estetica da cicisbei incipriati. (OPENDA S.V. - Esordio del nuovo acquisto belga. Entra in un momento catartico e fa in tempo ad esultare per il capolavoro di Adzic)

TUDOR 7 - Studia la partita nei minimi particolari e, tenendo conto delle defezioni di Cambiaso squalificato e di Cico in recupero e da non rischiare in vista della Champions, organizza un 11 titolare che meglio non si potrebbe. Mette in seria difficoltà Chivu, annullando le fasce laterali e costringendo i “vice campioni d’Europa” ad imbottigliarsi al centro, smarrendo potenza e pericolosità. Sa bene il croato che se dovesse affrontare la seconda squadra di Milano a viso aperto, ne uscirebbe con le ossa rotte ed allora si mette a programmare la “guerriglia”. Quando l’Inter decide di pressare la Juventus, si vede chiaramente che l’unica arma utile è il cosiddetto contenimento. Forse eccessivo, forse non accompagnato da valide ripartenze. Quando la necessità detta i cambi, la Juve si trova a giocare con 4 punte ed un difendente in meno, alla faccia di chi dipinge Tudor come difensivista. La gestione dell’incontro lo premia. Perchè, brava gente, gestire 95 minuti di gara senza 2 pedine fondamentali, di fronte ad una squadra che spesso fa lo “schiacciasassi”, è un esercizio di assoluta difficoltà e ci vuole lucidità a quintali e coraggio da esondazione. La Juventus ha un allenatore che sta crescendo insieme ai suoi ragazzi, giornata dopo giornata, settimana dopo settimana. In 3 mesi e 3 partite, una sola sconfitta e tanta tanta Juve. Perchè la Juve è tornata, c’è. Il peggio è passato.

                                                               Marco Edoardo SANFELICI