Mariella Scirea a RBN: "Quanto amore per Gaetano. Juve, mancano punti di riferimento ma spero..."

Mariella Scirea a RBN: "Quanto amore per Gaetano. Juve, mancano punti di riferimento ma spero..."TUTTOmercatoWEB.com
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di Daniele Petroselli

A Radio Bianconera, durante Fuori di Juve, ospite d'eccezione come Mariella Scirea, che ha parlato del grande Gaetano, scomparso proprio il 3 settembre dell'ormai lontano 1989: "E' sempre un giorno particolare, perché la malinconia c'è. Si ricorda sempre cosa è successo, però c'è questo amore da parte dei tifosi, degli addetti ai lavori, che mi stanno vicino e quando ci sono queste occasioni mi telefonano, mi mandano messaggi e mi fanno sentire un po' meno sola".

E poi ha commentato: "Mancano esempi alla Gaetano? In effetti anche il calcio, al di là del gioco, è cambiato. Non ci sono più delle bandiere, quelle persone di cui ti fidavi perché le vedevi da anni, sempre in questo circolo. Oggi è diventato un ambiente asettico, arrivano dei personaggi che non si conoscono. Alla Continassa ho riscontrato pochi quelli rimasti, però trovo questa mancanza di punti di riferimento. Mi auguro che con l'avvento di nuovi dirigenti che qualcosa possa finalmente cambiare e possano tornare personaggi come Platini, Del Piero, che hanno dato un grande apporto alla società e sono stati importanti per tutti i juventini".

Parlando poi di Scirea, ha ricordato: "La Juve per lui? Gaetano arrivava da Bergamo, si è trovato a Torino, grande città, con una società che dava un grande segnale di educazione, ti insegnava a stare in campo. E' stata la sua seconda famiglia perché è arrivato molto giovane. Quando c'erano dei problemi, si andava sempre in sede da Boniperti. Ed era una famiglia vera. Un tempo la società di calcio era una seconda famiglia. Oggi credo che nessuno vada in sede, forse non sanno neanche dov'è. Manca quel rapporto filiale tra presidente e giocatori. Gaetano ha sempre rifiutato altre squadre proprio perché questi colori erano i suoi. E quando vedeva qualche suo collega che cambiava casacca, si metteva le mani nei capelli. Vedi Tardelli all'Inter, Cabrini al Bologna...Lui invece ha preferito smettere. Il suo rapporto con la Juve è stato particolare e lo hanno capito tutti. Soprattutto i tifosi, perché ancora oggi gli vogliono molto bene. E' rimasto sempre giovane nella memoria di tutti. Oggi in tanti lo rimpiangono per il suo modo di fare, per il suo gioco. Veniva da una famiglia umile ma carica di valori, non ci riusciva proprio a essere cattivo in campo. Non ce la faceva proprio. In campo ha sempre mantenuto questi valori. Non era un santo, ma era una persona che aveva dedicato la sua vita a fare le cose giuste. Ha vissuto una vita breve ma carica di amore. Ho imparato tantissimo da lui, l'amore per tante cose, il rispetto per le persone. Non aveva mai grandi aspettative, interessava avere le cose giuste".