SuperLega story, puntata n. 8. Il Contratto

SuperLega story, puntata n. 8. Il ContrattoTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
domenica 10 aprile 2022, 11:00SuperLega
di Franco Leonetti

Si è fantasticato molto sul contratto che legava i contraenti al nuovo progetto SuperLega. Tante chiacchiere, molte ipotesi, un cumulo di strumentalizzazioni, cercando di spacciare, da parte di certa stampa e degli avversari storici saliti rumorosamente sulle barricate, la nuova lega come una cosa parrocchiale, lanciata male, stipulata peggio e definitivamente morta e sepolta. Ma così non è, anzi, il 31 maggio dello scorso anno, un vero e proprio scoop ribalta alcune concezioni distruttive e di comodo, aprendo scenari impensabili e raccontando tante verità inoppugnabili scritte su carta. Per lo smacco del silenzio di tante voci compiacenti, atte ad indirizzare un certo sentimento popolare. Il sito spagnolo El Confidencial pubblica, in data 31 maggio 2021, il contratto firmato dai 12 club fondatori del nuovo torneo, dal quale emergono tante indicazioni, assai interessanti, sulla competizione: dalla struttura legale della Superlega all’attenzione nei confronti dei tifosi. Cosa quest’ultima, letteralmente taciuta, da tutti i media.

Leggendo il contratto si scopre come la nascita del nuovo torneo fosse subordinata al riconoscimento del torneo da parte di Fifa e/o Uefa, o in alternativa all’ottenimento di protezione legale adeguata, da parte dei tribunali europei competenti, in maniera da consentire la partecipazione dei club, fondatori della SuperLega, anche ai rispettivi campionati e coppe nazionali. Quindi, chi ancora oggi, ad aprile 2022, continua a battere sul falso tasto dei campionati domestici abbandonati dai club facenti parte della nuova lega europea, racconta una menzogna ciclopica. Ma non solo, chi ci ha sempre illustrato la SuperLega come un colpo di mano improvviso atto a rivoluzionare lo status quo, vedasi le molteplici dichiarazioni aggressive di Ceferin, continua a sminuire un maturo tentativo di fornire un’alternativa al calcio europeo, studiata da tempo nei più minimi dettagli. Prova ne sia che negli ambienti delle maggiori federazioni, si scoprirà più avanti nel tempo, che il discorso SuperLega era già stato introdotto da alcune componenti, non ultimi dirigenti o presidenti di club. Insomma tutta questo clamore, travestito da sorpresa, appare più come una manovra difensiva, gonfia di clamore, atta a sminuire gli avversari pronti a detronizzare il sistema vigente, cassandolo sul nascere: vero  Uefa?

Per quanto riguarda la struttura legale, la creazione della SuperLega si basa sulla nascita di SLCo, una società a responsabilità limitata, registrata in Spagna, e unica proprietaria, a tutti gli effetti, del nuovo campionato europeo per club. SLCo avrebbe poi gestito la competizione attraverso tre filiali:

SL SportsCo: società a responsabilità limitata con sedi a Madrid e Barcellona, che si sarebbe occupata di supervisionare e gestire le operazioni quotidiane della SuperLega da un punto di vista sportivo, disciplinare e di sostenibilità finanziaria

SL MediaCo 1: società domiciliata in Lussemburgo, inizialmente deputata alla gestione quotidiana della SuperLega, con riferimento esclusivo alla commercializzazione e vendita, a livello mondiale, del diritto a distribuire la competizione su qualsiasi media, con l’obiettivo di generare ricavi da diritti tv

SL CommercialCo: società a responsabilità limitata, domiciliata in Lussemburgo, e incaricata della gestione quotidiana delle operazioni della SuperLega, con riferimento alle attività commerciali, esclusa la gestione dei diritti televisivi

Ancora più interessante la parte legata alla distribuzione dei ricavi per quanto riguarda la solidarietà, già emersa nei giorni caldissimi, causa l’annuncio del torneo. La SuperLega si impegnava a distribuire l’8% dei proventi da diritti tv come quota minima, con una cifra base annuale di 400 milioni di euro. Ma sull’aspetto della solidarietà da distribuire, e su altre tematiche fondamentali racchiuse nel contratto, torneremo a parlarne nella prossima puntata, in cui sveleremo anche un particolare taciuto da tutti meno che dal regolamento. Chi ha voluto alzare il vessillo del “calcio del popolo” a difesa dell’organizzazione Uefa, si troverà ampiamente spiazzato.

Ci leggiamo qui la prossima domenica per una nuova puntata