Analisi tattica Juve-Milan 0-0: un punto e poco più

All’Allianz Stadium va in scena un altro pareggio per la Juventus di Igor Tudor, il quarto consecutivo tra campionato e Champions. Il tecnico bianconero conferma il suo 1-3-4-2-1, con Rugani al posto dell’infortunato Bremer e McKennie schierato accanto a Locatelli in mezzo al campo per far rifiatare Thuram. Davanti fiducia ancora a David, supportato dai due trequartisti Yildiz e Conceição. Sugli esterni Kalulu e Cambiaso, con Gatti e Kelly a completare la linea di mezzo e Di Gregorio nuovamente tra i pali dopo la parentesi di Perin in coppa. L’avvio di partita della Juventus è ordinato ma poco brillante: il gioco si sviluppa quasi esclusivamente sulla corsia destra, dove Conceição vince ripetutamente il duello con Bartesaghi creando gli unici veri grattacapi al Milan. Yildiz, invece, appare spento e lontano dalla miglior condizione, e la fascia sinistra con Cambiaso non riesce mai a incidere davvero. David si muove bene in appoggio ma riceve pochissimi palloni giocabili in area e, nell’unica vera occasione, scivola al momento del tiro sprecando un potenziale vantaggio. In fase di non possesso la Juventus soffre a tratti, soprattutto sulle seconde palle in inferiorità numerica a centrocampo, e su una di queste nasce la più grande occasione rossonera del primo tempo con Gimenez, che costringe Di Gregorio a un intervento attento. Nella ripresa, dopo un rigore fallito che avrebbe potuto indirizzare il match, il Milan prende coraggio e prova a sfruttare la superiorità centrale spingendo con verticalizzazioni pericolose, ma l’imprecisione del subentrato Leao evita il peggio ai bianconeri. Tudor decide allora di cambiare assetto passando al 1-3-5-2, inserendo Thuram in mezzo e schierando la coppia Openda-Vlahovic in avanti, nel tentativo di dare più peso offensivo e copertura a centrocampo.
La mossa riesce solo a metà: il Milan viene limitato, ma la Juve in avanti scompare. Il doppio centravanti non trova intesa, i centrocampisti non accompagnano e la squadra smette di rendersi pericolosa. Gli ultimi trenta secondi di gioco, con i bianconeri che preferiscono gestire il possesso invece di tentare un ultimo affondo, fotografano alla perfezione l’atteggiamento di una Juve attenta ma priva di coraggio. Lo 0-0 finale, pur lasciando qualche rimpianto, va comunque letto in chiave positiva: la Juventus resta a tre punti dalla vetta dopo un ciclo di sei giornate che l’ha vista affrontare Inter, Atalanta e Milan. Tuttavia, il segnale è chiaro: Tudor dovrà trovare presto una chiave diversa per variare il copione tattico e permettere alla squadra di avere più soluzioni offensive anche a gara in corso. Senza questo passo in avanti, la Juve rischia di rimanere prevedibile, e in un campionato dove le squadre di vertice sembrano poter essere tante, si rischia di rimanere anche fuori dalle prime 4.
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