Spalletti risponde alle polemiche: “Sono un professionista, non un penitente”
Le prime parole di Luciano Spalletti da nuovo allenatore della Juventus hanno avuto il sapore della chiarezza e, come al solito, della lucidità. Niente proclami, solo una puntualizzazione netta sulle polemiche scoppiate nelle ultime ore per il suo arrivo in bianconero: “Quando ho lasciato il Napoli — ha detto Spalletti — dissi che non avrei indossato la tuta di un’altra squadra. Ma era un’affermazione legata a quella singola stagione. Io, come i miei colleghi, sono un professionista. Il mio percorso ora mi ha portato qui, alla Juventus, e darò il massimo per questo club. Non è che devo smettere di fare l’allenatore perché sono stato a Napoli.”
Parole semplici, logiche, da uomo di campo. Eppure, nel Paese dove ogni frase viene sezionata come un referto anatomico, sono bastate per scatenare la solita tempesta di ipocrisia. Già, perché mentre qualcuno si straccia le vesti per il “tradimento” di Spalletti, a Napoli oggi si tifa per Antonio Conte, capitano e bandiera della Juventus, juventino fino al midollo, che da tecnico ha più volte battibeccato proprio con i tifosi partenopei. Ma si sa: la coerenza, in Italia, è sempre a geometria variabile.
E se vogliamo restare in tema di tatuaggi e simboli — tanto cari a chi si indigna — basta ricordare che Giovanni Manna, l’attuale uomo mercato azzurro, ha un passato da juventino doc, e sul braccio porta tatuato addirittura lo stemma dei “Drughi” bianconeri. Nessuno, però, pare aver avuto nulla da ridire. E allora, di che parliamo? Del nulla. Della solita tendenza tutta italiana a moralizzare a corrente alternata. Quando la scelta la fa “uno di noi”, va bene; se la fa “uno degli altri”, diventa scandalo. Spalletti, dal canto suo, ha risposto col sorriso di chi ha già visto tutto: il calcio, la gloria, le piazze e i roghi mediatici. È arrivato alla Juventus per allenare, non per chiedere perdono. E forse è proprio questo, il vero motivo per cui in molti — là fuori — non gli perdonano di essere, ancora una volta, se stesso.
Iscritta al tribunale di Torino al n.70 del 29/11/2018
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore responsabile Antonio Paolino
Aut. Lega Calcio Serie A 21/22 num. 178
