Calciopoli, storia di una farsa – Penta smonta la tesi secondo cui la Juventus avesse rapporti privilegiati con la classe arbitrale

Calciopoli, storia di una farsa – Penta smonta la tesi secondo cui la Juventus avesse rapporti privilegiati con la classe arbitrale
giovedì 2 marzo 2023, 13:30Calciopoli: storia di una farsa
di Alessio Tufano

Nella puntata di oggi di “Calciopoli, storia di una farsa” Claudio Zuliani e Nicola Penta, consulente della difesa nel corso del processo, parlano delle accuse rivolte alla Juventus riguardo la manipolazione delle designazioni arbitrali e rapporti privilegiati con i dirigenti degli arbitri. Come spiegato da Penta in quegli anni gli arbitri venivano sorteggiati, il sorteggio avveniva con un notaio che sedeva al centro e due urne ai lati. Nell'urna di destra, quella con il nome dell'arbitro, le palline venivano estratte da un giornalista inviato lì di volta in volta dal presidente dell'USSI Capone, questi passava poi la pallina a Bergamo, dopodichè Pairetto estraeva la pallina con le partite dall'urna di destra. I carabinieri presenti al sorteggio filmarono più volte lo svolgimento del procedimento dimostrando che di fatto non poteva essere manipolato. Nel corso della puntata ascolterete tre telefonate: nella prima il designatore Bergamo parla con il Presidente della FIGC Carraro di Chievo-Fiorentina e si può ascoltare Carraro assicurarsi che Dondarini non danneggi la Fiorentina nell'occasione.

La Fiorentina aveva come presidenti i Della Valle che avevano un certo peso e per Carraro era importante tenerli calmi anche mandandogli arbitri internazionali per far sì che la Fiorentina venisse percepita come una squadra di prima fascia. Nella seconda telefonata il presidente dell'AIA Tullio Lanese parla con un osservatore arbitrale, mentre nella terza lo stesso Lanese parla con il presidente dell'Inter Facchetti, chiedendogli di tenergli da parte le maglie di Zanetti, Vieri e Adriano. Una pratica, questa, per cui, prima che molte delle telefonate che vennero ignorate, tra le quali appunto questa, l'assistente Enrico Ceniccola, in occasione del famoso Lecce-Juventus in cui l'arbitro era De Santis, fu indagato e imputato solo perchè alla fine della partita si fece dare due maglie dalla Juventus, per fortuna ne uscì pulito. Questo per sottolineare appunto che nel corso di Calciopoli tutto ciò che riguardava la Juventus venne utilizzato per il processo, ma soltanto perchè le telefonate che riguardavano altri dirigenti, tra cui anche quelle nelle quali si evinceva la pratica comune di incontri tra dirigenti di squadre e dirigenti arbitrali, vennero scartate.