A Conte farebbe bene la Juve, ma la Juve ha già scelto

A Conte farebbe bene la Juve, ma la Juve ha già scelto
giovedì 9 maggio 2024, 00:01Editoriale
di Mirko Nicolino
Antonio Conte è e sarà sempre nella storia della Juventus, ovvio che gli piacerebbe tornare, ma chi comanda ora alla Continassa ha idee diverse

Antonio Conte è stato uno degli eroi della mia adolescenza. È stato il “mio” capitano, il giocatore cui più mi ispiravo nella mia modestissima carriera di calciatore dilettante. E quando ha iniziato ad allenare è stato ovviamente anche il mio condottiero, uno degli ispiratori della mia decisione di intraprendere l’altrettanto modesta carriera di tecnico dilettante. Il suo legame con la Juventus e Torino è indissolubile, anche se da grande professionista qual è è stato portato dalla vita e dalla carriera a fare altre scelte. Col senno di poi, io al suo posto non avrei lasciato la Vecchia Signora dopo il terzo scudetto, ma ci sono cose che da fuori si possono commentare facilmente, è esserne dentro che è complicatissimo.

Dalla Juventus in poi Conte è diventato un top manager, capace di vincere quasi ovunque (ad eccezione delle competizioni Uefa) e di generare un grande entusiasmo in ogni ambiente in cui è arrivato. Grande lavoratore, tecnico preparatissimo, motivatore top, il tecnico salentino ha avuto però come contraltare delle uscite poco amichevoli da diversi ambienti calcistici. Ed è quello che probabilmente sta pagando in questo momento storico. Mi fido ciecamente di chi dice che dopo il periodo di stop forzato, Conte sarebbe disposto ad accettare anche una sfida non di primissimo livello in termini monetari e di disponibilità tecnica, puntando sull’entusiasmo e sugli stimoli.

In questo senso, la Juventus sarebbe per lui una sorta di toccasana. La famiglia vive a Torino e questo gli ridarebbe una serenità che a volte non ha potuto avere quando lavorava lontano dal capoluogo piemontese. In più i bianconeri, in un momento storico di ricostruzione, potrebbero riannodare un filo che si era spezzato. Il sogno di Antonio è quello di alzare la Champions League da allenatore, dopo averlo fatto da giocatore, meglio se con la Juventus. Le altre soluzioni fin qui prospettate, non sembrano essere propriamente entusiasmanti, altrimenti a mio avviso avrebbe banalmente già accettato. Forse il Milan potrebbe rappresentare una sfida “da Conte”, mentre il Napoli non mi pare faccia al caso suo. All’estero, invece, le caselle mi pare si stiano via via riempiendo senza lasciare grandi spazi.

Ma qual è l’attuale posizione della Juve nei confronti di Conte? Posto che le tensioni del secondo periodo Andrea Agnelli sono state archiviate, i rapporti sono tornati cordiali tanto che il tecnico leccese è stato avvistato di recente a cena col presidente Ferrero e qualche mese fa a Vinovo a colloquio con Paolo Montero. Per il resto, però, francamente non risulta null’altro, anche perché il controllo dell’area tecnica è stato affidato totalmente a Cristiano Giuntoli e sarà lui a scegliere il nome dell’allenatore da presentare al proprietario (John Elkann), cui spetta poi la controfirma dell’accordo. E Giuntoli ha scelto da mesi Thiago Motta. Se il Football Director fosse messo di lato in questa scelta, sarebbe clamorosamente delegittimato e non crediamo sia questa la situazione in casa Juventus.

La scelta del capo dell’area tecnica Juve non è una mancanza di rispetto o di fiducia nel lavoro di Conte, bensì una decisione programmatica. Si vuole uscire dalla logica del tornare indietro sull’usato sicuro, per aprire una nuova stagione con un allenatore che ha tanta voglia di fare un ulteriore step nella sua carriera, che ha fame di vittorie anche solo a livello nazionale. Ripartire da Conte significherebbe porre l’ambiente nella stessa situazione dell’anno in cui tornò Max Allegri: si deve riavere tutto e subito e si deve provare a rialzare l’asticella al massimo nel giro di poco tempo. E la storia degli ultimi anni ci insegna che questa Juventus non ha le forze per riprendersi tutto e subito. L’obiettivo è risanare il bilancio mantenendo i piazzamenti e se poi si riesce a vincere prima dei 2-3 anni previsti, tanto meglio. Credo sia l’approccio giusto, anche se tutti vorremmo vincere subito e nessuno vuole competere tanto per piazzarsi. Mi fido ciecamente di Giuntoli (e dei suoi collaboratori in arrivo) e ho vissuto già altri periodi difficili della squadra per cui faccio il tifo. Ci vuole calma e gesso, il giudizio sul lavoro del nuovo corso lo daremo ovviamente a tempo debito, non di certo ora sulla base delle voci di mercato che circolano, spesso anche ad arte.