Attenzione Tudor: la pareggite porta lontano da Champions e pareggio di bilancio

Attenzione Tudor: la pareggite porta lontano da Champions e pareggio di bilancioTUTTOmercatoWEB.com
Oggi alle 00:09Editoriale
di Vincenzo Marangio

Partiamo da un concetto fondamentale da capire: quando ci si chiede quale sia l'obiettivo della Juventus c'è una risposta populistica-irrealistica e una risposta concreta-reale. La populistica è quella che pubblicamente devono dare dirigenti, allenatore e giocatori: la Juve deve puntare al massimo e si farà di tutto per centrare da subito gli obiettivi da Juve. La risposta più aderente alla realtà è un'altra: il club ha come assoluta priorità il raggiungimento della zona Champions fino al pareggio di bilancio previsto per la stagione 2026/2027, non raggiungere fino ad allora la zona Champions sarebbe catastrofico per i piani societari che allungherebbero il risanamento totale del bilancio e la possibilità, di conseguenza, di tornare ad essere Juventus prima sul mercato e poi in campo.

Si spiega così, dopo i "no" di Conte e Gasperini (primi in classifica al momento), la scelta conservativa Tudor, la consapevolezza di avere un allenatore perfettamente a conoscenza delle esigenze del club, del fatto che fino ad allora dal mercato non arriveranno top player e che, anzi, davanti ad eventuali faraoniche offerte non ci saranno incedibili. In pratica si chiede a Tudor di lavorare al meglio con ciò che ha a disposizione, senza pretese di alcun tipo e senza il fardello di vincere lo scudetto ma con il dictat assoluto di centrare un posto in Champions. E in tal senso la Juventus è sulla strada giusta? Se si pensa ai risultati fino ad ora raggiunti e al coefficiente di difficoltà di questo inizio stagione, potremmo dire di si, ma il riaffacciarsi della pareggite preoccupa non poco.

Non tanto perché i pareggi stanno arrivando in sequenza, ma perché evidenziano una sorta di inquietante assuefazione, come un sospiro di sollievo tirato dapprima contro il Dortmund, poi dopo gli assalti finali del Verona, passando per il risultato recuperato contro l'Atalanta, quello subito al 90' dal Villarreal fino all'X della paura raccolto a Torino contro il Milan. Quello che spaventa è anche come sono stati accolti: contro i tedeschi è stato celebrato come una vittoria che ha cancellato gli obbrobri difensivi; contro il Verona ci si è appoggiati agli errori arbitrali; contro l'Atalanta era un bicchiere mezzo pieno; contro il Villarreal era fatalità e contro il Milan un buon punto. E non è così. Non deve essere così. Non se ti chiami Juventus. Ma è da un anno che si segue la strada del pari che scontenta meno di una sconfitta, e da Motta a Tudor, in tal senso, non sembra essere cambiato nulla.

E all'orizzonte c'è la sfida di Como ad ora di pranzo, insidiosissima; la trasferta a Madrid contro il Real, proibitiva e poi la Lazio di Sarri all'Olimpico. Fare due punti in tre partite, tra campionato e Champions, rischierebbe di allontanare la Juventus dagli obiettivi minimi già a novembre e sarebbe devastante. Ma siamo sicuri che la tempra, l'organizzazione e la qualità organizzativa dell'allenatore possano portare a risultati diversi? Io me o auguro, ma onestamente non riesco ad essere particolarmente ottimista. Spero di sbagliare.