Certe vittorie cambiano le stagioni, ma ora serve più coraggio

Certe vittorie cambiano le stagioni, ma ora serve più coraggioTUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 9 novembre 2022, 00:11Editoriale
di Vincenzo Marangio

Mi sembra di vedere ognuno di voi al gol di Rabiot contro l'Inter, al raddoppio di Danilo, nel momento in cui il gol viene annullato e quando parte il contropiede della Juventus, dal recupero mostruoso di Bremer fino al gol del 2-0 di Fagioli dopo l'ennesimo assist di Kostic. Mi sembra ancora di vedervi, chi era allo stadio, chi da casa, chi in macchina o per strada. Chiudendo gli occhi mi sembra di vedere le vostre esultanze liberatorie intrise di quella gioia sepolta sotto macerie di delusione. Una sorta di liberazione che ha portato tutti voi e tutti noi a rivedere una squadra fino ad ora irriconoscibile da tanto, troppo, tempo. 

La differenza tra questa vittoria e le tre di fila già inanellate contro Torino, Empoli e Lecce è tutta un'altra cosa. Prima di tutto perché arrivata contro l'Inter e poi perché frutto non di una semplice reazione di nervi ma di una crescita evidente a partire, però, dal secondo tempo. Un po' come se la Juventus si stesse ricostruendo nello spirito, appoggiandosi alle "risorse interne", e cioè a quei giovani costruiti con tempo e pazienza quando al progetto della seconda squadra ha scelto di crederci soltanto la Juventus, quando qualcuno pensava che fosse un progetto inutile e dispendioso. E invece....

E invece l'U23, ribattezzata opportunamente Next Gen, sta cominciando a portare i suoi frutti con Fagioli, Miretti, Iling Junior, Soulé e tanti pronti, finalmente, a rappresentare non solo il futuro della Juventus ma anche e soprattutto il presente. Un serbatoio costruito con pazienza e che ora comincia a sfornare quei talenti non più ignorati che possono rianimare lo spirito Juventus. Un po' per scelta (Miretti) e un po' per necessità (Fagioli).  Mentre il nuovo Golden Boy, infatti, era stato già notato da Allegri nella scorsa stagione e impiegato anche in questo inizio di stagione, per Fagioli è stato necessario l'infortunio di McKennie che gli ha spalancato le porte del campo calcato con sicurezza e qualità, passando dal gol meraviglioso e decisivo di Lecce, al raddoppio liberatorio contro l'Inter. Ma non chiamiamoli più giovani, consideriamoli testa, motore e cuore della Juventus

A tutto ciò bisogna aggiungere l'evidente chiarimento nello spogliatoio con i senatori: Bonucci che finisce in panchina a beneficio di Bremer; Cuadrado che perde la fascia da capitano a beneficio di Danilo. Tutte decisioni estremamente significative che raccontano di regole cambiate nello spogliatoio, di un allenatore che ha evidentemente deciso e chiarito di non voler guardare più in faccia a nessuno e di una società che, in tal senso, gli ha "armato" la mano. Ordine, disciplina, scelte forti e giovani. La Juventus riparte da qui e dal recupero dei suoi campioni. Ora, però, a Verona deve essere Allegri a dimostrare qualcosa di più, deve fare la partita a casa di chi è più debole, lasciare l'ultimo freno e rischiare il doppio attaccante o il baricentro più alto. Fidarsi della rinnovata e ritrovata difesa. In una parola, ora spetta ad Allegri dimostrare coraggio