Tudor è uno dei problemi, ma probabilmente il primo da risolvere

Tudor è uno dei problemi, ma probabilmente il primo da risolvereTUTTOmercatoWEB.com
Oggi alle 00:05Editoriale
di Vincenzo Marangio

E ci risiamo, ad un anno di distanza ad analizzare una Juventus che non riesce più a programmare, strutturarsi e trovare allenatore e interpreti adeguati. Si, perché ovviamente le responsabilità dell'ennesimo momento di difficoltà non può che dipendere da tanti fattori. Certamente, da quando non c'è più Andrea Agnelli, non c'è più stato un management adeguato all'ambizione e blasone della Juventus; la scelta dii Giuntoli sembrava la più giusta e invece si è rivelata estremamente deludente e anche dannosa. L'ex direttore dell'area sport della Juventus è stato capace, in due anni, di svuotare di juventinità vera una rosa che doveva ripartire dalla vittoria della Coppa Italia e invece quella notte si decise di mettere un punto e cambiare tutto. La scelta di Motta si rivelò infelice così come gran parte del mercato fatto in un'annata da dimenticare. Il resto è storia recente. Cambia ancora il management con Comolli e Modesto, e si va avanti con la "scialuppa" Tudor passato da traghettatore ad allenatore della stagione di rinascita.

Ma a storia non cambia, anzi, se possibile peggiora. L'andamento in Champhions, ad oggi, conta solo due pareggi (in attesa del Real oggi), e in campionato la vittoria manca da un mese, dal successo rocambolesco contro l'Inter sono arrivati tre pareggi e una cocente sconfitta a Como che apre processi da parte di tutti tranne che, udite udite, da Tudor. Per il tecnico croato il risultato è stata l'unica cosa negativa di una partita giocata bene dalla Juventus. Incredibile ma tragicamente vero. Una partita persa già dalla conferenza stampa di presentazione del match, quando Tudor lancia una frecciata, neanche tanto velata, a Comolli e la dirigenza dicendo che Fabregas si è fatto costruire la squadra che voleva dalla società. Ovviamente affermazione rispedita al mittente dal tecnico del Como. Ma la frecciata non soltanto va a segno, svela pure una certa insofferenza per un mercato evidentemente non gradito. Eppure credo ci sia di peggio di giocatori del calibro di David, Openda, Zhegrova e Joao Mario, magari però bisogna saperli mettere in campo ed essere in grado di dare un'identità alla squadra e invece il credo calcistico di Tudor è ormai noto a tutti (avversarie comprese): 3-4-2-1 e palla a Yildiz o Conceicao. Nulla di diverso e guai ad auspicarsi e chiedere un cambio modulo.

Avrei voluto essere meno duro con Tudor in questo editoriale, ma mentre scrivo gli sento dire, nel presentare la sfida contro il Real, che il problema di questo inizio stagione è stato il calendario e allora chiudo come nelle più avvincenti puntate di Parry Mason: "Io ho concluso, Vostro onore".