Pochezza impressionante tra responsabilità societarie e tanti problemi
7 sconfitte consecutive in altrettante trasferte a Napoli, un disastro vero. La gara al San Paolo Maradona avrebbe dovuto rappresentare un poderoso salto in avanti delle ambizioni bianconere, invece è finita in una debacle durissima da metabolizzare e digerire, senza alibi alcuno. L'ennesima partita che ha mostrato carenze di anima, personalità, grinta, ma anche di combattività, cuore, spirito battagliero che sono, da sempre, stampigliate a chiare lettere nel Dna della Juventus. Tante responsabilità diffuse che coinvolgono l'intero ambiente di Madama, nessuno escluso, che vanno fortemente sottolineate, dopo 14 gare di campionato la Juve si trova già staccata pesantemente dalla vetta (-8) e dietro di ben 4 lunghezze dal quarto posto: una situazione inaccettabile per la campagna acquisti fatta in estate, con un esborso ingente da parte del sodalizio sabaudo. Il popolo zebrato, stanco di trangugiare delusioni e tormenti, ha manifestato tutta la propria incontenibile e giustificatissima frustrazione in ogni modo: critiche esacerbate, acute e profondamente amare che testimoniano lo status depresso e arrabbiato di tutti i sostenitori della Vecchia Signora. Un panorama sconsolante che si spera venga recuperato al più presto, ma visto il calendario ostico del mese di dicembre, la Juve rischia di trovarsi fuori da tutto sin dall'inizio del 2026. E sarebbe un altro acre fallimento, l'ennesimo, dopo il terzo tentativo di ricostruzione attuato in soli 36 mesi. Tutte le componenti sono sul banco degli imputati, nessuno escluso. Non aver capito che questa rosa è depositaria di poca qualità è una cosa molto grave.
Società Il nuovo ribaltone voluto dalla proprietà di John Elkann, a proposito sarebbe opportuno che l'ingegnere battesse un colpo, ha messo pieni poteri nelle mani di Damien Comolli. Un mercato estivo partito in ritardo, con scelte effettuate discutibili, che ad oggi appare bocciato dai risultati e dalle formazioni computate dai due allenatori che si sono seduti in panchina con la divisa juventina. I capi d'accusa che i tifosi muovono nei confronti della proprietà e della società sono molteplici e giustificati, ma le parole di Comolli sull'uso degli algoritmi, come trama centrale nella scelta dei calciatori, lascia decisamente perplessi e fortemente preoccupati per il presente e il futuro. Il match di Napoli ha sancito, ancora una volta, il fallimento sino a qui mostrato dal mercato di rafforzamento, nemmeno un nuovo acquisto perpetrato in estate era tra i titolari, fattore che deve far pensare molto, moltissimo dirigenti e proprietà. Lecito attendersi un mercato di riparazione consono alla situazione nerissima che si respira oggi in casa Juve, lecito attendersi mosse da Juventus. Che ad oggi, purtroppo, latitano. Per ora è un naufragio con proprietà e dirigenza primi colpevoli di una situazione paradossale, che mostra enormi difficoltà a reperire il bandolo di una matassa intricatissima.
Spalletti La formazione iniziale di Napoli non ha convinto nessuno. Giocare contro Conte senza una punta di ruolo è sembrato un atteggiamento supponente e negativo, con un primo tempo orrorifico che ha lasciato negli occhi di tutti sensazioni deprimenti. Il primo gol è arrivato da due macroscopici errori di Cabal, che gigioneggia e non raddoppia su Neres, e Kelly che non segue Hojlund libero di battere a rete. Un resoconto spietato di quelle che sono le lacune di una Juventus che è preda di mille gravi vuoti, incertezze e manchevolezze. Il gol di Yildiz ha illuso, poi la Juve si è nebulizzata, ripiombando nei suoi soliti meandri labirintici e ha subito il sorpasso partenopeo, con alcuni cambi che hanno lasciato interdetti i fans bianconeri. Perché mettere fuori Yildiz dopo 70 minuti, lasciando la squadra orfana del suo uomo risolutivo e decisivo? Se hai un numero 10 che segna e crea pericoli agli avversari, lo lasci in campo, senza se e senza ma. La corposa sottolineatura del Mister in conferenza stampa su Openda, rinnova il problema annoso di un mercato insufficiente e di uomini non funzionali all'ambiente Juve, ma va detto che tutti si attendono sensibilmente di più anche da Luciano Spalletti, chiamato a salvare una barca che incamera acqua e ha bisogno di ritrovare qualche punto fermo, con situazioni corroboranti. Da Spalletti tutti ci attendiamo scelte oculate, opportune e capaci di invertire un trend mefitico, in primis un cambio di modulo. Certo, il parco giocatori non è stato scelto dal Mister, ma un allenatore come lui deve riuscire a tirare fuori il meglio dalle pedine a propria disposizione, e che si è trovato ad allenare. O si inverte la rotta o saranno problemi molto seri. Servono scelte definitive, senza guardare in faccia nessuno, e Spalletti tutto ciò lo può e lo deve fare.
Squadra La rosa è questa, la qualità è quella che vediamo ormai da tempo, i difetti di personalità sono evidenti, le insicurezze anche. Una squadra costruita male, con voragini in tutti i settori, centrocampo in primis. Poi ci sono situazioni che oggettivamente non convincono e che diventano dei palesi atti d'accusa anche nei confronti dell'allenatore. Cabal, in questo momento, non può essere un titolare della Juventus. Il ragazzo, evidentemente non al meglio dopo tanti stop fisici, appare frastornato, fuori onda, incapace di difendere e attaccare, e la prova da 3 in pagella di Napoli è la conferma di un'annata complicata per il mancino colombiano. Bremer ci si augura possa rientrare presto, ma vanno trovate soluzioni organiche che sappiano scuotere e infondere alcune sicurezze ad un gruppo gracile, debole mentalmente, e incapace di ovviare ad alcune fragilità, provocate da mancanza di leadership e di uomini cardine. Vanno benissimo gli squilli importanti di Yildiz in primis, e di Conceicao in secundis, ma non possono essere sempre solo loro a suonare la carica, va cesellata una coscienza del gruppo squadra, capace di sopperire ai momenti difficili e bui. Poi andrebbe capita con esattezza la portata di due attaccanti come Openda e David che, in assenza di Vlahovic, devono diventare i titolari là davanti, a suon di movimenti da veri attaccanti, con un bottino di gol che hanno sempre avuto nei piedi in altre squadre. C'è la necessità di una sveglia collettiva per tutti, anche per quei calciatori considerati di status importante e che stanno performando sotto i loro standard, ogni riferimento a Cambiaso, Thuram, Koopmeiners è puramente voluto. Insomma tutti a rapporto, tutti devono dare moltissimo di più a partire dal capitano Locatelli, per giungere ai più giovani e per finire a chi è arrivato in estate, pensando bastasse poco per diventare uomo da Juve. Impegno, fatica, sacrificio, voglia, possono supplire a certe carenze tecniche chiare e conclamate, ma va fatto subito, da parte di tutti nessuno escluso. Con una dirigenza che sappia farsi sentire negli spogliatoi, che sappia intercettare i problemi fornendo delle risposte valide, inoculando grinta e dettami da Juventus.
Intanto domani sera allo Stadium arriva il Pafos, un incontro che, nemmeno da dire, è da vincere a tutti i costi per cercare di rimpinguare una graduatoria Champions che ha bisogno dei tre punti per nutrire ambizioni da playoff. Sveglia Juve, così non si va da nessuna parte!
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