Gambelli a RBN: “Motta integralista. Elkann sì alla pazienza, ma non illimitata. Basta parlare di Allegri”
Vigilia della sfida contro il Manchester City, terzultima gara della prima fase di Champions League. Motta recupera Douglas Luiz, McKennie e forse Cambiaso. Durante l'allenamento di ieri presenti John Elkann, Scanavino e Giuntoli, a testimonianza del momento delicato della squadra dopo l'ennesimo pareggio contro il Bologna. Rispetto alla coppa, bianconeri vicini ai playoff, ma resta qualche speranza di ottenere il pass diretto per gli ottavi di finale. Intanto incombe il mercato. Conceicao sarà acquistato a titolo definitivo, in difesa crescono le quotazioni di Antonio Silva. Dall'Inghilterra arrivano voci secondo cui l'Aston Villa punterebbe a Yildiz già a gennaio. In ESCLUSIVA a Fuori di Juve Riccardo Gambelli, scrittore, piccolo azionista del club bianconero e delegato per la Toscana della Fondazione Andrea Fortunato.
La Juve ha collezionato 9 pareggi in 15 giornate di campionato. Come prevedibile tante le critiche. Nel mirino soprattutto Motta, da molti definito integralista. Sull'argomento, questo il parere di Gambelli: “Anch'io considero Thiago un integralista. Lui ha le sue idee, va avanti con esse, ma ad un certo punto bisogna capire che in alcuni casi bisogna ravvedersi. Per esempio, analizzando la partita contro il Bologna, gli emiliani sembravano il Barcellona. Praticamente la Juve non ha visto palla, ci sono state solo un paio di occasioni, ma gli uomini di Italiano hanno dominato. Poi siamo andati sotto di due gol meritatamente. Poi Motta è stato espulso, la squadra si è liberata un po' dalle imposizioni tattiche, ha dato vita ad azioni più fantasiose. In sostanza, l'integralismo tattico è finito e abbiamo recuperato la partita. A mio avviso le idee dell'allenatore in questo momento andrebbero riviste, anche perché non puoi giocare a due a centrocampo, con Locatelli e Fagioli. Sono entrambi lenti, con questo modulo Thuram è indispensabile, per qualità e quantità. Peraltro, il grande errore tattico, lo dico dall'inizio del campionato, è Yildiz in quella posizione. Il giovane turco in quella lingua di fascia non riesce ad esprimersi. Gli avversari lo hanno ormai inquadrato. Le migliore prestazioni le ha fatte quando è stato libero di agire. Impiegato in quel modo, invece, perde il 30% di incisività. Lo stesso discorso vale per Koopmneiners che deve giocare tra le linee, più vicino alla porta”.
Nel podcast l'intervento integrale
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