D'Agostino a BN: "Juve, occhio a due giocatori dell'Udinese. Samardzic? C'è un'opzione per giugno. Ecco perchè saltò il mio trasferimento in bianconero"

D'Agostino a BN: "Juve, occhio a due giocatori dell'Udinese. Samardzic? C'è un'opzione per giugno. Ecco perchè saltò il mio trasferimento in bianconero"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Giacomo Morini
lunedì 12 febbraio 2024, 14:59Primo piano
di Matteo Barile
Bianconera News ha intervistato Gaetano D'Agostino, che si è diviso tra presente e futuro della Juventus e il suo mancato passato nella Vecchia Signora

Tra qualche ora Juventus e Udinese andranno in scena all’Allianz Stadium per chiudere la ventiquattresima giornata. Per l’occasione la redazione di Bianconera News ha intervistato un giocatore che si può considerare un doppio “semi-ex” di tale confronto: ogni riferimento è puramente rivolto a Gaetano D’Agostino, ex “regista” dei friulani, che ha sfiorato l’approdo tra le fila della Vecchia Signora nell’estate del 2009. L’anatomia di questo mancato passaggio è stato uno degli argomenti trattati in questa chiacchierata, che si divide a metà tra ciò che è stato - Inter-Juventus -  e ciò che sarà: Juventus-Udinese potrebbe essere la contea del rilancio in ottica scudetto per i bianconeri di Massimiliano Allegri, la cui permanenza dipende da un fattore. Di seguito, proponiamo il contenuto integrale dell’intervista in ESCLUSIVA.

Come ha visto la Juventus in questo periodo? È cambiato qualcosa nella percezione successiva allo scontro diretto perso contro l’Inter?

È una squadra che sta bene e che sta dimostrando di essere forte, favorita dal fatto che non ha le competizioni europee e che può preparare una partita a settimana. Ha perso lo sconto diretto contro l’Inter, ma c’è da dire che i nerazzurri sono una delle tre o quattro squadre più forti d’Europa. Quindi ci può stare perderci. La rincorsa per lo scudetto è diventata più complicata, perché l’Inter è una corazzata. Tuttavia, parliamo pur sempre della seconda forza del campionato, quindi tutto può ancora accadere…

Lei ha detto che l’Inter rientra nell’élite del calcio europeo. Pertanto, la sconfitta di San Siro deve far prevalere di più il senso di aver perso contro una squadra molto più forte o il rammarico di non aver quantomeno provato a pareggiare la partita?  

Credo che debbano prevalere un po’ tutte e due le componenti. L’Inter ha dimostrato di essere più forte, ma la Juve non ha fatto vedere quell’intraprendenza e quella “strafottenza” nello sfidare una squadra importante. La Juventus è risultata un po’ restia nel tentativo di offesa per strategia e per paura delle ripartenze dell’Inter. Nonostante ciò, però, i nerazzurri hanno trovato la via del goal, legittimando la propria forza”.

Focalizziamo la nostra attenzione su Juventus-Udinese: se Lei fosse l’allenatore della Vecchia Signora, come approccerebbe la partita contro i friulani dopo la battuta d’arresto contro l’Inter? Che importanza potrebbe avere la gara di questa sera?

Difficilmente la Juve sbaglia due volte per mentalità. L’entusiasmo, la voglia di non perdere terreno e di sperare fino alla fine sono elementi che permetteranno alla Juve di macinare nuovamente risultati. Questa sera sarà più dura per l’Udinese che per la Juve. La squadra di Allegri farà una partita concreta e di compattezza. Soffrirà, perché l’Udinese è una squadra molto fisica, però la Juventus sta bene mentalmente”.

Quale elemento dell’Udinese potrà impensierire maggiormente la difesa della Juventus?

Samardzic è un giocatore che sposta gli equilibri. Se sta bene ed è in partita, è un giocatore di grande utilità. Il serbo può inventare qualsiasi cosa, considerando le sue capacità balistiche. Però, allo stesso tempo, faccio anche il nome di Lucca. Anche se non ha grande mobilità, vista la stazza, potrebbe impensierire i centrali bianconeri Danilo, Bremer o Gatti con le sue sponde di testa, utili a far salire la squadra. Oltretutto, in area, è un giocatore molto pericoloso, soprattutto se l’azione si sviluppa esternamente: sui cross è un giocatore che può portare dell’apprensione. Per il resto, mancando Pereyra, gli altri giocatori dell’Udinese si assomigliano tanto tutti per caratteristiche tecniche e fisiche: non c’è grande inventiva nel complesso, ma in molti giocatori friulani è riscontrabile l’attitudine ad avere tanti “muscoli”, che li aiutano a vincere tanti duelli”.  

Ha parlato di Samardzic: questo è un rinforzo su cui la Juventus avrebbe dovuto portare a casa a tutti i costi nel corso della sessione invernale di calciomercato?  

Io credo che sicuramente la Juve ha messo un’opzione per giugno sul giocatore, perché rientrerà Soulé, rinato dall’esperienza al Frosinone, e si potrà contare nuovamente su Huijsen, che la Roma sta valorizzando in maniera importante. Quindi, in questo contesto, Samardzic potrebbe essere coinvolto nell’insieme del progetto, perché è giovane e perchè è un calciatore dalle ottime prospettive, qualora dovesse acquisire la mentalità di una grande società come la Juve”.

Samardzic potrebbe diventare un centrocampista di ottimo livello anche sotto la guida di Allegri o sarebbe necessario un cambio di guardia tecnica in vista della stagione ventura?

Dipende come e dove arriva la Juve. Io ne ho visti tanti di giocatori importanti passare dalla Juve: nonostante questa società abbia annoverato campioni come Platini, Del Piero e Zidane, la mentalità bianconera rimane sempre la stessa. C’è una storia che parla…”.

Se dovesse descrivere con un pensiero la stagione che sta portando avanti Allegri alla Juve, che parole utilizzerebbe per dare un contorno dettagliato a questa annata?

Nonostante l’annata scorsa, vista la penalizzazione subita e altre problematiche accadute, penso che Allegri stia raccogliendo quanto seminato. Chi è amante del bel calcio, non vedrà mai un gioco spettacolare, perchè Allegri non è quel tipo di allenatore. In virtù di ciò, posso altresì dire che la “sua” Juventus sia molto pragmatica, concreta e incisiva”.

Lei condivide le critiche di alcuni tifosi/addetti ai lavori, secondo cui Allegri potrebbe far esprimere meglio la Juventus sotto il profilo del gioco? Oppure pensa che sta facendo anche fin troppo per la rosa che ha a disposizione?

Il calcio è bello perché ha delle opinioni che possono essere divergenti e possono essere espresse da intenditori o da semplici appassionati. Sicuramente Allegri è un allenatore paragonabile a Mourinho in quanto a incidenza nelle sue squadre. Parliamo di un tecnico che ha vinto e chiunque abbia vinto qualcosa è più esposto alle critiche, anche se sarebbe più corretto stare in silenzio, se si considerano le carriere. Allegri è il tipico allenatore che si ama o non si ama: si può, pertanto definire un allenatore divisivo. E, a me, gli allenatori che dividono piacciono. Poi, se devo parlare di preferenze calcistiche, io prediligo un altro tipo di calcio…”.

Secondo Lei, questo tipo di “allenatore gestore”, maggiormente incline a badare al sodo, è adatto a questa Juventus o sarebbe preferibile vedere un profilo come Thiago Motta, che predilige anche la proposizione di un calcio più bello da vedere?

Dipende dalla programmazione della Juve, la quale è in mano a Giuntoli. Se si vuole assistere a un calcio più bello e moderno, allora è giusto puntare su profili come Thiago Motta o De Zerbi, che portano anche a sopravvalutare in senso positivo la rosa a disposizione. Se, invece, si vuole programmare una squadra in grado di arrivare all’obiettivo prefissato, per me, Allegri è la persona giusta. Ma il calcio moderno non ha più “bandiere”, e, a mio avviso, serve una figura che, oltre a esprimere, valorizzi il patrimonio tecnico della rosa”.

Le pongo un’ultima domanda relativa al suo passato da calciatore: nell’estate del 2009, Lei è stato vicinissimo a vestire la casacca della Juventus. Ci può raccontare come è nata questa trattativa? Vista la concorrenza serrata attorno a te durante quell’estate, la Juventus è stata la Sua primissima scelta? Perchè la trattativa si è arenata sul più bello?

La Juventus è stata la mia prima e unica scelta al 100%, nonostante avessi la possibilità di andare al Real Madrid o all’Atlético Madrid, che si è palesato dopo il mancato trasferimento alla Juventus. Dissi di no al Napoli, perché avevo un preaccordo con i bianconeri. Era praticamente tutto fatto, ma poi sono cambiate le carte in tavola. Però, dico anche che, se, in quel momento lì, ci fosse stato un direttore sportivo di una certa caratura, l’operazione sarebbe andata in porto. Non ho nulla contro Alessio Secco (DS di Madama nel 2009, ndr), però era alle “prime armi”. Un’operazione, che si doveva chiudere in una settimana, è durata due mesi e mezzo. Se ci fosse stato un Marotta o un Giuntoli, io sarei andato alla Juventus”.