Juve serve un esame di coscienza, nessuno escluso

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Oggi alle 11:40Primo piano
di Quintiliano Giampietro
La crisi della Juve inevitabilmente al centro del dibattito: sul banco degli imputati non solo Tudor, ma anche la società e i giocatori

Nessuno avrebbe mai immaginato che questa Juve avrebbe fatto peggio di quella targata Motta. Eppure sta accadendo. Dopo 8 giornate i campionato, i numeri sono spaventosi, da retrocessione. Nono posto a 12 lunghezze, ottavo attacco, otto gare senza successi, considerando anche la Champions, le ultime quattro prive di reti. Serve altro? Tudor resta in forte bilico, ma come è giusto in ogni contesto lavorativo, le colpe sono di tutti. A partire dalla società. Igor è stato confermato dopo i no di Conte e Gasperini, quindi è una terza giusta. Forse bisogna puntare subito ad un allenatore di un certo livello, soprattutto in questa fase di ricostruzione. Del resto Igor non aveva mai iniziato la stagione sulla panchina di una big e i rischi di un flop era prevedibili. 

La società però deve recitare il mea culpa anche per il mercato. Finora palesemente fallimentare. David e Openda sono da Juve? Al momento la risposta è no. Joao Mario praticamente non viene mai utilizzato, eppure i bianconeri avevano Alberto Costa, quanto meno allo stesso livello. Zhegrova non è ancora al meglio sotto il profilo fisico. av ricordato che il kosovaro a gennaio era stato operato per la pubalgia. Ma gli stessi giocatori vanno sul banco degli imputati. Tutti, o quasi. Forse non hanno ancora chiara la maglia che indossano. La personalità latita, come la leadership. Così è veramente dura. Le prossime gare devono servire per cambiare marcia. Lo diciamo ormai da tempo. L'impressione sia molto difficile invertire la rotta di una barca finta ormai in acque torbide.