Juventus senza gioco e anima, Tudor senza idee: il fallimento del tecnico croato

Juventus senza gioco e anima, Tudor senza idee: il fallimento del tecnico croatoTUTTOmercatoWEB.com
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Ieri alle 23:04Primo piano
di Massimo Reina
L'allenatore bianconero non ha dato gioco, mentalità e identità alla squadra: colpa della rosa incompleta, ma anche del manico che non trasmette idee.

C’è chi oggi prende le difese di Igor Tudor con argomenti che suonano come tesi di un tribunale del pallone: la rosa non è completa, il centrocampo ha buchi, certi giocatori richiesti dal tecnico croato non sono arrivati. Dicono: ecco perché i risultati sono deludenti. E in parte è vero, perché nessuno può fare magie con ciò che non ha.

Ma guardando la Juventus in campo, sedendosi in tribuna o davanti alla tv, si vede un’altra cosa. Si vede una squadra senza anima, senza respiro, senza identità. Non parliamo di scudetti, né di trofei, quanto piuttosto di capire cosa la squadra vuole essere, come si muove, come pensa. Ci sono squadre molto meno dotate, meno celebri, meno ricche, eppure sanno dare un senso a ogni passaggio, a ogni movimento, a ogni scelta. Hanno un’idea chiara di sé, un filo invisibile che lega uomini e schemi. Alla Juventus di Tudor quel filo manca.

E questo non è un dettaglio tecnico: è essenziale. L’allenatore è chi plasma la squadra, le dà carattere e ritmo. Se la squadra non ha carattere, non ha ritmo, non ha gioco, la responsabilità è sua. Non del mercato, non dei giocatori, non degli infortuni. O almeno non solo da questi fattori: Tudor ha a disposizione una rosa di nomi importanti, eppure quel gruppo non comunica nulla, non trasmette nulla. Ci sono momenti, guardando la Juve, in cui sembra che i giocatori si muovano per inerzia. Tre passaggi senza idea, uno scarico laterale senza convinzione.

E l’allenatore dov’è? La sua firma non si vede, il suo imprinting non c’è. Una squadra non è solo il talento dei singoli, è l’idea che li tiene insieme. Senza questa idea, senza questo collante, non c’è squadra, e il calcio diventa un esercizio di attesa e di noia. Ecco perché non si può scaricare tutto sul mercato. Perché avere giocatori forti non basta, se non c’è chi li fa muovere come un organismo unico. Per allenare non servono solo fenomeni, servono idee, mentalità, identità. La Juventus oggi le cerca, le spera, le desidera, e Tudor non gliele ha date. Il vuoto in campo è il suo vuoto, il silenzio dei suoi movimenti è la misura della sua gestione. Non si tratta di colpe singole o di capri espiatori: si tratta di capire che senza un allenatore che sappia dare senso al gioco, una squadra può avere tutti i migliori giocatori del mondo, eppure rimanere una sequenza di corpi in movimento, senza anima.