La nuova Juve ha un problema strutturale (e non è solo l’organico)

Si parla spesso, troppo spesso, di mercato. Di chi arriva, chi parte, chi resta solo se non trova acquirenti. Una litania estiva che serve a tenere sveglie le redazioni e sedati i tifosi. Ma il problema della Juventus non è solo un organico scoperto in alcune zone – e nemmeno solo il fatto che di nuovi volti se ne vedano pochi e non necessariamente di qualità. C’è un nodo più profondo, che ha a che fare con l’identità, con il modo stesso in cui la squadra sta in campo, segna, vince. O non vince più.
Perché se è vero che il calcio è fatto di uomini, è anche fatto di caratteristiche. E quelle della Juventus sono sempre più appannate. Manca eterogeneità, è evidente. Ma manca anche qualcosa di più semplice e basilare: la capacità di colpire sulle palle inattive e la pericolosità da fuori area. Tradotto: la Juve non segna più se non quando arriva davanti alla porta. E nemmeno lì, a dire il vero, sempre con la giusta cattiveria. Dal 2011 al 2021, la Juventus è stata una macchina da guerra sui calci piazzati. Corner, punizioni, rigori guadagnati da situazioni statiche: una media di 20 gol stagionali, in certi anni anche di più. Chiellini, Bonucci, Mandzukic, Pogba, Vidal, Pirlo, Pjanic… tutti pronti a colpire o a servire il colpo. La Juve faceva paura anche – e soprattutto – con la palla ferma.
Poi, il crollo. Dal ritorno di Allegri in poi, meno di 5 gol a stagione da palla inattiva. L’ultimo anno è stato un festival del nulla: corner battuti senza senso, punizioni affidate a chi non ha il piede. Un’agonia tecnica che non si può spiegare solo con i nomi: è mancanza di preparazione, di studio, di idee. Un tempo il pallone veniva calciato per creare pericolo. Oggi, solo per rimetterlo in gioco. E da fuori? Meglio non parlarne. Il dato è ancora più crudele se si guarda ai tiri da fuori. Un tempo, era una risorsa.
Pirlo, Pogba, Dybala, Marchisio, Khedira… giocatori che sapevano accendere la luce anche dai 20-25 metri. Fino al 2018-19, la Juve viaggiava a 10-12 gol a stagione da fuori area. Ora? Nelle ultime tre stagioni: 4, poi 3, poi 2 gol da fuori. In una squadra che spesso non arriva al tiro pulito in area, è una sentenza di condanna. Alla fine, tutto si riduce a questo: la Juventus non sa più colpire. Né da fermo, né da fuori, né di testa. E se nel calcio moderno l’arte di sorprendere conta più del possesso sterile, allora la Juve parte ogni domenica con un handicap.
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