Le Contropagelle di Pisa-Juventus, a cura di Marco Edoardo Sanfelici

Le Contropagelle di Pisa-Juventus, a cura di Marco Edoardo SanfeliciTUTTOmercatoWEB.com
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 10:58Primo piano
di Claudia Santarelli
ORA SI PORTANO A CASA ANCHE LE PARTITE “SPORCHE” PISA -- JUVENTUS 0 a 2

DI GREGORIO  6  Nella cornucopia regalatagli da Eupalla pesca una traversa, un palo e se li tiene tanto stretti. Sulla traversa di Moreo nulla potrebbe, sul palo di Tremoni arriva a coprire lo specchio della porta al rallenatore. Si è immedesimato con lo spirito torinese del vero “bugia nen”. La porta è salva ed anche la sufficienza.

KALULU  6,5  Porta su un’infinità di palloni a modo suo, dritto per dritto, senza deviazioni. Si trova sulla traiettoria del cross di Mc Kennie e dà una mano (anzi, un piede) a Calabresi per spingere il pallone in porta. Soffre dietro come tutti i compagni l’atteggiamento scanzonato dei pisani, ma ne esce sempre a testa alta.

BREMER  6,5  Chiude ogni pertugio in qualunque maniera utile: di testa, di piede, di impeto, di giustezza. E se occorre anche con parti meno nobili, tanto “tutto fa brodo”. Su Vural approfitta della tracotanza fisica e Maresca lo castiga con una punizione dal limite senza esito.

KELLY  6,5  Si dedica all’unico marcantonio del Pisa, tal Tourè, e non disdegna di contrastare Leris, unico veramente pericoloso. Gara dopo gara cresce l’indice di sicurezza e continuità, prosegue l’aumento del suo peso nel reparto difensivo. E quando va a concludere, becca il palo basso. Sarebbe il vero suggello, ma ci si accontenta.

McKENNIE  6,5  Domanda: qual è il ruolo dell’americanino? Suvvia, non si deve sottilizzare, nel calcio moderno a centrocampo si devono ricoprire tutti i ruoli… Infatti per sapere quanto sia importante Weston, provate a giocare senza. Spinge, contrasta, recupera, sfrutta gli spazi, si infila appena vede un piccolo buco. E’ proprio inserendosi nello spazio angusto che serve in mezzo il pallone del vantaggio. Ah, dimenticavo, anche assistman...what else?

LOCATELLI  6  Partita rognosa, senza ordine, priva di logica e chi di trame se ne intende, soffre come pochi, vero Manuel? Si produce nel ruolo a lui più adatto, il recupera palloni. Si immola su tiro a colpo sicuro di Moreo, lanciandosi a peso morto alla “’ndo me coje, me coje” e mura un possibile 1 a 0 per i neroblù di casa. Esce quando c’è bisogno del forcing fatto da pazzi furiosi (ZHEGROVA  7  Il cambio che indirizza l’inerzia dell’incontro. Con le sue giocate fatte di scatti brevi, finte, dribbling, cross in mezzo, poco per volta distrugge il fianco sinistro della difesa dei padroni di casa e produce la breccia da cui entrare, come a Porta Pia. Sbaglio o mi è parso di vederlo ripiegare a fondo campo? Allora le richieste del mister vengono esaudite…)

THURAM  6  A tratti sembra ritrovare la predisposizione a tracciare il campo come una gazzella felice. Pare ancora un pizzico legato, ma è sulla strada buona. Di un prorompente come lui, ce n’é un bisogno vitale.

CAMBIASO  6,5  Come il dirimpettaio americano. I laterali scelti da Spalletti stanno rispondendo alla grande e l’equilibrio dell’impianto di gioco ne trae beneficio.  Andrea spinge e si offre in appoggio al compagno che si infila. Prima a sinistra, poi a destra, per scelta del mister che inverte le ali. Certo volte però la concentrazione gli gioca brutti scherzi e cade in leggerezze imperdonabili, come quando svirgola la messa in campo di un fallo laterale, creando scompiglio più presunto che reale, ma sono cose che non si fanno, neanche per curiosità… (KOSTIC  S.V.  Sostituzione per guadagnare tempo)

KOOPMEINERS  5,5  Mi dicono che abbia percorso più di 10 chilometri e viene spontanea la domanda: per fare che cosa? Tolto dalla “comfort zone” del terzino sinistro e ricalato nella realtà per cui sono stati sborsati fior di quattrini, la prestazione ritorna ad essere deficitaria. Va al tiro nel 1° tempo, ma si fa rimontare e deviare il tentativo  in calcio d’angolo. Dopo di che poco altro e nemmeno edificante. Però percorre oltre 10.000 metri. Che sia un mezzofondista? (MIRETTI   6,5 Combina più lui in pochi minuti che il predecessore in tutta la partita. Entra sostanzialmente in 2 azioni con lucidità e nella seconda aggiusta con la suola il pallone da servire a David che lascia ad Yildiz il compito di raddoppiare a porta vuota)

YILDIZ   6  Va a referto per gentile concessione della ditta Miretti-David, ma la prestazione non decolla. Sistematicamente triplicato, va incontro a contrasti rudi e spesso resta a terra a leccarsi le ferite. Non incide come in altre occasioni, ma anche Kenan è umano. (JOAO MARIO  S.V. Come Kostic, anzi una corsa verso la palla, la fa. Punto)

OPENDA  6  Si sbatte in una fetta di campo praticamente grande come tutta la metà campo pisana. Va alla conclusione una sola volta, telefonando a Semper molto prima di tirare. Ci mette tutto l‘impegno possibile per dare un riferimento alle folate juventine, ma tra volere e potere c’è una bella differenza. (DAVID  6,5  Entra bene e con determinazione. Gioca in profondità in tandem con Zhegrova per scardinare la difesa di casa, fino a riuscirci nell’azione del raddoppio. Insomma, non così anonimo come sovente gli capita)

SPALLETTI  6,5  Tre cambi su cinque si rivelano fondamentali per centrare la vittoria e gliene va dato atto. Il messaggio però più consolante che si porta via da Pisa è la crescita della squadra anche nell’interpretazione del match. Di fronte ad una gara “sporca”, priva di linearità, i juventini non vanno fuori giri, anche se il Pisa ce la mette tutta, ma accettano la sfida e colgono gli attimi giusti per far pendere la bilancia dalla loro parte. Privo di Conceiçao per motivi precauzionali, invece di affidarsi da subito al naturale sostituto, opta per l’avanzamento di Koop, sperando nella buona serata dell’olandese. Siccome l’olandese ritorna “fantasma”, entra Zhegrova in tempo per indirizzare la partita là dove alla vigilia si voleva. Non si priva di Teun, ma lo affianca, creando densità davanti. Così facendo inchioda il Pisa nei 16 metri finali, perforandolo dopo ripetuti tentativi. La squadra porta a casa un risultato che solo il futuro dirà quanto importante. Per ora, pare obbligatorio affermare che , fino a non molto tempo fa, da queste siffatte partite spesso si usciva con le ossa rotte o con il morale seriamente compromesso. Tre vittorie di fila fanno classifica e il calendario sorride. Auguriamoci comunque  che le coronarie non siamo messe a dura prova come nella fredda serata all’ombra della Torre Pendente.

                                                           Marco Edoardo SANFELICI