Corriere dello Sport: Juve, la difesa a lezione da Tudor

Igor Tudor lavora in silenzio, ma il suo intervento di questi giorni è soprattutto dove serviva di più: dietro. Dopo settimane di tentativi, rotazioni e qualche scivolone di troppo, il tecnico croato ha deciso di ripartire dalle fondamenta, come faceva quando ancora calciava palloni e non li dirigeva. La Juventus è tornata a studiare difesa, quella vera: compatta, ruvida, ossessiva nel dettaglio.

Come riporta il Corriere dello Sport, sedute intense a Vinovo, ripetizioni di movimenti e coperture preventive, linee che si alzano e si abbassano a comando come un’orchestra. Tudor vuole una squadra corta, feroce nei raddoppi, capace di aggredire ma anche di ripiegare con disciplina. Bremer è il perno, Kalulu la potenza, Kelly l’uomo guida. Ma la novità è l’attenzione collettiva: i quinti devono difendere come terzini, i centrocampisti devono proteggere come vecchi mediani di scuola argentina. Tutto passa da lì, da quella lezione che Tudor conosce bene: se non prendi gol, prima o poi lo fai. 

Già, perché la Juve non può vivere solo di ordine e disciplina. Davanti ci sono risorse da esplorare, talenti che meritano fiducia e tempo. Jonathan David avrà ancora spazio dal primo minuto: Tudor lo considera un investimento emotivo prima ancora che tecnico. “Per ritrovarsi bisogna giocare”, ha confidato a chi gli è vicino. E poi c’è Zhegrova, il ragazzo kosovaro che fa le cose semplici sembrare arte. Partirà titolare più spesso, per portare un po’ di luce in un attacco spesso grigio. Resta da sistemare la mediana, il punto più fragile di questa Juve. Si lavora su idee nuove, su un equilibrio che possa permettere alla squadra di costruire e non solo contenere. Tudor osserva, corregge, suda insieme ai suoi. Perché in fondo la Juve, per tornare grande, deve imparare di nuovo tutto: difendere, attaccare e, soprattutto, riconoscersi.