Senza Bremer la difesa vacilla: la Juve studia il doppio colpo e piomba su Kim

In fondo, la Juve ha sempre avuto bisogno di punti fermi. Quando mancano, il resto della squadra sembra fluttuare in un mare d’incertezze. Ora, senza Bremer, quel mare è agitato, le correnti portano a vuoti che nessun Kalulu o Rugani possono riempire con la stessa naturalezza. Mattia Caldara: una scelta immediata, concreta. Italiano, svincolato, abituato alla Serie A. Non arriverà come un fulmine a illuminare la notte, ma entrare subito nelle rotazioni. È la risposta pratica, il collante temporaneo che può dare respiro alla difesa di Tudor.
Kim Min-jae, invece, è un altro racconto. Sudcoreano, 28 anni, Bayern Monaco, nazionale. Non solo forza fisica, ma presenza. Cammina sul campo con il passo di chi sa dove portare la squadra, trasmette sicurezza ai compagni e paura agli avversari. Non è un prestito, è un investimento per la mente e il cuore del reparto. È il tipo di giocatore che insegna anche fuori dal campo, che rende più forte chi gli sta accanto. Caldara per tamponare, Kim per costruire. E intanto la squadra guarda, studia, prepara le mosse. In un campionato che non perdona distrazioni, avere punti fermi e ricambi in difesa non è un lusso: è una questione di sopravvivenza, di identità, di futuro.
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