Iniziamo così, con timori e speranze…

Iniziamo così, con timori e speranze…TUTTOmercatoWEB.com
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domenica 14 agosto 2022, 16:44Editoriale
di Roberto De Frede
Qualunque cosa sogni d’intraprendere, cominciala. L’audacia ha del genio, del potere, della magia. (Goethe)

L'inizio è la parte più importante del lavoro, diceva Platone, e per questa stagione anomala, interrotta da un mondiale tardo autunnale, il filosofo ateniese l’avrebbe ribadito più volte. Sei giornate di campionato, diciotto punti in palio in soli ventotto giorni: mai come a ferragosto prossimo la Juventus avrebbe dovuto brillare in salute e completezza di rosa nei ruoli fondamentali. La società ce l’ha messa tutta, anche per non ripetere l’orrore iniziale dell’anno scorso, ma un maledetto imprevisto era in agguato dietro l’angolo: la “meniscata” di Pogba ha ritrasformato un centrocampo florido, verde e rizollato, in un manto di terra battuta pieno di buche pericolose, facendo ritornare i fantasmi del passato, quelli della coperta cortissima, in una zona di campo nevralgica martoriata da anni. All’improvviso Allegri si è trovato con il problema di cambiare, almeno per questa prima parte della stagione, tutta la tattica già studiata al sevizio del francese.

Ben vengano, anzi ben arrivati i signori Kostic e Di Maria, ben trovato Cuadrado e si spera fra non molto di omaggiare sul campo anche Chiesa, tutti manna dal cielo per Vlahovic, ma a calcio non si gioca solo sulle linee laterali. C’è bisogno anche di qualcuno che lì in mezzo lanci, rompa, inventi, difenda, contrattacchi, attenda, velocizzi, nasconda, illumini e chissà se Arthur e Rabiot, ma soprattutto il brasiliano (solo all’anagrafe, no di certo nelle giocate!), farà la cortesia di fare spazio a Paredes, che fuoriclasse non è, ma almeno il suo lavoro lì in mezzo lo sa fare meglio degli altri, non potendo ormai aspirare a gente del calibro di De Jonk, Kros, e dello stesso Jorginho, tanto nominato in primavera, e appassito in estate. In attesa dell’operabile, aggiustabile, suturabile, rivedibile e chi più ne ha più ne metta, caro Paul… abbiamo anche Miretti, Fagioli, Rovella, tanta bella gioventù in forno, nella speranza che non ricordi il titolo del film cult di James Dean.   

Iniziamo così, con timori e speranze…

Diamo una rinfrescatina anche alla difesa, che da quest’anno sarà priva dello storico capitano. È arrivato Bremer, un gran muro, un grande acquisto, direi doveroso dopo l’addio di Chiellini e Deligt. Si obietterà che è uno solo, e che quelli andati via sono due; all’osservazione c’è la risposta ipocrita-commerciale: “Chiellini ormai c’era e non c’era…” Intanto, detto tra noi, c’era eccome! Fosse stato solo anche uomo-spogliatoio! Comunque molti dimenticano che un secondo acquisto è stato fatto, è Federico Gatti. Sarà fondamentale nella linea Maginot. Un calciatore serio come si diceva un tempo, difensore centrale dalla forza esplosiva, degno di stare lì, al posto che fu dei Brio, Ferrara, Montero, tenendo anche presente che il trentacinquenne Bonucci non avrà tutte le partite nelle gambe e Rugani sarà visto come l’eterna quarta scelta, se non la quinta... Danilo lasciamolo stare a destra, non cominciamo a stravolgere i ruoli e a far credere che tutti possano giocare ovunque universalmente. Inoltre mi piacerebbe che qualcuno si ricordasse dell’esistenza della figura del terzino sinistro, oggi inesistente, come ahimè del resto da un po’ di anni, tanto è vero che in alcune emergenze addirittura era il buon Matuidi ad adattarsi in quel ruolo. Fare il fluidificante di sinistra non significa deambulare sull’out mancino come oggi fa Alex Sandro, o meglio il suo fantasma, bensì annientare l’ala destra avversaria, penetrare nell’opposta difesa, servire il proprio centravanti per far mettere la palla in rete o andare direttamente ad una improvvisa conclusione mancina. Il calciomercato si conclude il primo settembre, quindi c’è ancora tanto tempo per far rinverdire quella fascia che fu di Cabrini, e oggi è proprietà di chi si trova per caso da quelle parti.

Iniziamo così, con timori e speranze…

L’attacco è forse il reparto più completo, con Vlahovic punta di diamante, e soprattutto con gli attaccanti esterni, le vecchie ali d’attacco, quali Cuadrado, Di Maria, Kostic e Chiesa, grande acquisto, si spera, del 2023: una linea di fuoco davvero devastante, se i meccanismi allegriani si mettono in moto a dovere. C’è però un tormentone: manca il vice del serbo. In effetti il bomber non può giocare una cinquantina di partite consecutive, oltre ad un mondiale. C’era (sperando che il primo di settembre ci sarà nuovamente) il caro Morata, bianconero nell’anima, ma non lo “sostituiva” al cento per cento, non essendo, a detta degli esperti, un vero e proprio centravanti (avrei dei dubbi su questo dopo la tripletta rifilataci…)…; c’è Kean, ma non scherziamo (qui non ho dubbi) … e allora sicuro che un “sosia”, un sostituto perfetto di un calciatore non esiste, l’ideale sarebbe avere un centravanti all’antica in panchina. Uno di quelli che non da fastidio a nessuno, che arriva in orario agli appuntamenti e che a momento opportuno entra in campo - senza perdere tempo a sistemare nel proprio borsello collanine e braccialetti -, e ti mette anche la palla in rete. I nomi sono tanti che circolano, speriamo che la scelta sia quella giusta, ponderata affinchè il capufficio Dusan abbia il suo vice.

Iniziamo così – contro il Sassuolo  - con timori e speranze… ma con una certezza: quella maglia bianconera cucita da sempre con fili di sogni di gloria.