L’ossessione c’è, ora serve anche la vittoria

L’ossessione c’è, ora serve anche la vittoriaTUTTOmercatoWEB.com
Oggi alle 00:01Editoriale
di Mirko Nicolino
La Juventus deve tornare ad autofinanziarsi coniugando l'imperativo della gestione Andrea Agnelli: "vincere e creare valore"

John Elkann ha aperto la strada indicando come condottiero direttamente il nuovo tecnico Luciano Spalletti. Damien Comolli ha fatto il resto ribaltando la frase pronunciata lo scorso anno da Thiago Motta. Alla Juventus è tornata l’ossessione di vincere, ora però tocca… vincere. Sono giorni di fermento in casa bianconera, con il nuovo assetto societario che si è andato a completare con Exor e la famiglia Agnelli-Elkann ancora al centro. Il rappresentante designato è appunto Comolli, che ha preso da mesi le redini del club aumentando quotidianamente la propria influenza e imponendo il proprio metodo.

Tra cuore e numeri, fin qui il dirigente francese si è pubblicamente espresso sempre molto bene, anche se ancora i risultati del suo credo non si vedono. E vorrei ben vedere che una rivoluzione di una portata così grande potesse riportare la Juve al successo nel giro di 4-5 mesi. È fin troppo evidente che le prime settimane di lavoro siano state un interregno col governo tecnico, ma ormai è il passato, visto che al di là della figura meramente rappresentativa del presidente Ferrero, l’ultimo baluardo della precedente gestione è caduto con la cacciata dell’ad Scanavino.

Si è aperta ufficialmente una nuova era, che tempo fa ho definito Comolli-centrica e con Giorgio Chiellini sempre più in prima fila. La proprietà ci ha messo dentro altri 110 milioni di euro e ha allontanato qualunque voce relativa a una possibile cessione del pacchetto di maggioranza. Tether, che dopo aver ottenuto un consigliere si è espressa anche con toni duri nei confronti della controllante, deve mettersi l’anima in pace: collaborazione sì, ma non la centralità dell’attuale proprietà non è in discussione, né a livello numerico né in termini di idee.

Di sicuro, come sottolineato da Comolli, si deve uscire da questo trend in cui la Juve spende male, non vince e poi la proprietà rimedia mettendo altri soldi. È accaduto ciclicamente troppe volte negli ultimi anni ed è ora di finirla. La Juventus deve tornare ad essere quella della Triade prima e della gestione Marotta poi: gli introiti dalle competizioni, dalle iniziative a corredo e dal player trading (cessioni di giocatori) devono essere sufficienti per l’autogestione del club. L’imperativo, dunque, è “vincere e creare valore”, un refrain che pare in troppi abbiano dimenticato alla Continassa.

A Spalletti l’arduo compito di inculcare nuovamente la mentalità vincente, anche se per i rinforzi dovrà attendere con ogni probabilità l’estate prossima. La sua esperienza e la sua arguzia sono fondamentali, lo hanno sottolineato chiaramente sia Elkann che Comolli, ma se davvero l’ossessione è quella di giungere al più presto al 39° scudetto, la rinascita deve partire dai giocatori. Dalle loro gambe ma soprattutto dalla loro testa.