Le lacrime dei tifosi e la mancanza di dignità e rispetto da parte della squadra

Le lacrime dei tifosi e la mancanza di dignità e rispetto da parte della squadra TUTTOmercatoWEB.com
martedì 2 aprile 2024, 13:03Editoriale
di Alessandro Santarelli

Piangevano di rabbia. Era un gruppetto di tifose e tifosi bianconeri, sciarpe fieramente al collo e una maglia usata per nascondere quella tristezza Un’immagine che mi ha colpito nel rientro dall’ennesimo scempio della Juventus in questa stagione, sabato contro la Lazio. E stavolta non c’era di mezzo una finale, o una partita fondamentale in chiave scudetto: no, c’era un “ semplice “ Lazio Juventus. Lacrime di rabbia, forse di impotenza e incredulità, ma sicuramente lacrime d’amore.

Amore come quello urlato da un fratello bianconero che ascoltando un mio sfogo lungo la strada che mi riportava alla macchina mi ha replicato “ "Sai che io martedì uscirò da lavoro alle 13, alle 14 sarò a Fiumicino, volo per Torino, e la mattina dopo alle 6 viaggio al contrario per tornare puntuale a lavoro. Questo perché io amo la Juventus” .

Cito questi due esempi, perché rappresentano il mondo Juve. Quello che la squadra, tutta dall’allenatore all’ultimo dei giocatori, devono rispettare, esempi che la società e la proprietà non possono e non devono mettere in un angolo. Siamo in un momento di crisi, che a tratti sembra irreversibile. Preoccupazioni che riguardano sia il presente che il futuro, perché l’uno è legato all’altro. Una caduta cosi verticale non era minimamente immaginabile. E la domanda è: qual è il punto di impatto? Quale soglia di tolleranza ha in mente la società/proprietà?.

Perché la crisi che sta attraversando la squadra sembra refrattaria ad ogni stimolo, almeno quelli evidentemente provati sino ad ora. La classifica preoccupa, e solo il pareggio della Roma ha regalato una lievissima boccata di ossigeno. Ma qui occorre altro, serve un intervento duro e diretto della società, serve magari dare i famosi pieni poteri a Giuntoli in moda tale da poter finalmente agire senza equivoci dentro o fuori lo spogliatoio. Servirebbe anche far capire ai giocatori la responsabilità che hanno ogni volta che indossano la nostra gloriosa maglia.

E servirebbe anche che chi li guida riuscisse a infondere sicurezze e un minimo di idee alla squadra. Perché ognuno si deve prendere le proprie responsabilità. Partendo da Allegri, arrivato evidentemente a fine corsa con la Juve, ma con l’obbligo, se resterà sino a giugno, di trovare la ricetta per portare la nave in porto, ai giocatori, pochi ad oggi degni di continuare ad indossare la maglia anche per il futuro. La qualificazione in Champions deve essere il punto di partenza per far si che le lacrime dei tifosi non restino vane. Nessuno chiede di tornare a vincere domani, ma tutti noi chiediamo dignità  rispetto. Se lo ricordino tutti, a partire da questa sera.