Un sogno che diventa più flebile, una squadra che non deve essere lasciata sola, ma supportata e accompagnata

Un sogno che diventa più flebile, una squadra che non deve essere lasciata sola, ma supportata e accompagnataTUTTOmercatoWEB.com
martedì 6 febbraio 2024, 13:35Editoriale
di Alessandro Santarelli

Non mi è mai piaciuta l’idea di buttare tutto dopo una sconfitta. Ancor di più in una stagione dove la squadra sta provando a fare il massimo nonostante limiti evidenti, sia dal punto di vista della rosa che di personalità. Tuttavia a Milano era lecito attendersi qualcosa di meglio, se non altro sotto il profilo della cattiveria agonistica, della rabbia e  della voglia di andare oltre. E invece la Juve si è letteralmente consegnata nelle mani del  "nemico” nel primo tempo, abbozzando qualcosa in più nella ripresa, senza però dare mai la sensazione di poter incidere e determinare. Dispiace perché contro la squadra di Milano perdere non va mai bene, dispiace perché da domenica sera il sogno diventa sempre più complicato da realizzare. Però, per onestà, non dobbiamo perdere di vista proprio il concetto del sogno.

Non lo abbiamo definito tale solo per scaramanzia o pessimismo, ma perché in questa stagione nessuno si aspettava qualcosa di più di un sogno da cullare. Bello, entusiasmante, stimolante, ma pur sempre un sogno. Poi è lecito criticare la gestione della partita. Non mi è piaciuta, perché è sembrato palese il piano gara: torniamo a casa con un punto e proseguiamo il percorso. Ragionamento che ci può stare, ma che non deve mai rappresentare l’obiettivo primario. Invece la Juve, forse per inesperienza, forse per scarsa personalità, forse per una preparazione della partita troppo rinunciataria, di fatto non ha mai impensierito seriamente gli avversari, vuoi per errori clamorosi, vuoi per scarso coraggio. Sconfitta giusta? Purtoppo, e lo sottolineo con la morte nel cuore, si, ma da qui adesso si deve ripartire senza più guardare avanti, ma collocando bene i paletti per blindare ulteriormente il piazzamento Champions, che, piaccia o no, rappresenta il vero traguardo stagionale.

Nel prossimo trittico di partite, Udinese e Frosinone in casa, Verona fuori, gli uomini di Allegri dovranno dimostrare che i punti fatti fino ad ora, che il secondo posto, che il sogno cullato sino alla notte di San Siro, non è stata solo un’utopia, ma il frutto di un lavoro e di un percorso impostato e studiato. La maturità e la crescita di un gruppo e di una squadra passa inevitabilmente anche dai momenti difficili, il primo che capita in questo campionato, con un punto due partite.  Pensandoci bene la gestione della gara con l’Empoli, il pareggio arrivato e non preventivato, ha forse condizionato a livello mentale la prestazione di San Siro. E’ il primo scontro diretto perso, è il primo momento dopo diversi mesi, dove polemiche, pregiudizi e critiche sterili, non quelle motivate e giustissime, tornano a galla. Un sogno si può spegnere, anche se il campionato sia chiaro non è ancora finito, ma quanto di buono fatto dalla Juve fino ad ora, non può e non deve essere gettato nel cestino. Ci sono ancora tante battaglie sportive da vincere, e lo si deve fare tutti assieme.