Nuovi inizi

“ il segreto è come si muore”… questo è l’incipit di un famoso romanzo di DAN Brown, che poneva l’accento non tanto sulla morte in sé, quanto ad un processo psicologico che può essere interpretato come la fine, la fine di un qualcosa, di un progetto, o la rinuncia a qualcosa di familiare o di sé’.
La morte di Grande Franzo Steven, la fine di un anno che custodisce in sé il requiem sportivo peggiore degli ultimi 30 anni, e la fine del campionato.
Accantonato il pensiero triste ma ricco di orgoglio per la morte di uno delle icone della Juve che fu ( FU…ventus) , le altre 2 considerazioni hanno un minimo comune multiplo , la benedetta fine di 38 giornate ricche di bassi ed alti, e la fine della cucina gourmet di 2 chef, accantonati come e’ giusto che sia perché a noi bianconeri piace il caviale( e siamo stati abituati ad assaporarlo) , ma se non iraniano ( e di questi tempi meglio glissare…..)gli preferiamo un gustoso pane e salame. Ma la fine racchiude un orizzonte di luce, una nemesi infinitesimale che è la scintilla, il nuovo inizio, la nuova crescita.
Ed è di nuovi inizi che ci dobbiamo nutrire, di crescita minima ma costante sul piano dell’ammannimento di una squadra NORMALE, con un portiere che giochi tra i pali, ed una punta che spacchi le reti….. e con un capitano nel bene e nel male, e si…… anche con una bella necessaria vitale OSSESSIONE. Questa deve essere il vento nuovo che gonfia le vele e garrisce bandiere. Perché ossessione, caro ex Mister “ nonvoglioricordartiappositamente” non deve essere una implicazione psichiatrica da curare e che genera la compulsione che partorisce vecchi e nuovi mostri, bensì, la maglia sudata, gli schiaffi non presi, ( magari restituiti con maggiore vigore), le legittime difese della squadra quando l’arbitraggio ci fa storcere il naso( cara la mia società… o Proprietà’)…..alla scontentezza per aver preso un gol dopo averne fatti 4 e dominato la partita.
Certo per arrivare a questo ultimo traliccio morale ci vogliono anni di abitudini… ma noi li abbiamo, li abbiamo sempre avuti e sempre li avremo.
Questo e’ il punto… e’ vero che a detta di molti Tudor può rappresentare un ripiego ( ed io per primo ho creduto che fosse di passaggio) … però ritengo che almeno lui sappia dove sta, quale maglia ha onorato, quali risse in mezzo al campo ha generato e con quali Mister si è confrontato accettando cambi di ruolo per necessità.
Se riuscirà a plasmare i suoi e dare 1/64 del suo DNA bianconero, a trasformare gli agnelli dello scorso campionato in leoni da Colosseo… saremo già contenti, tutti noi tifosi , arsi per vittorie che mancano da un po’.
Certo , in campo vanno i giocatori e non Lui di persona, ma instillare senso di appartenenza, criteri lavorativi e bava alla bocca non guasterebbero a una armata che lo scorso anno era Brancaleone, che addirittura vedeva nei suoi giocatori più caratteristici , all’ultima partita, sbagliare passaggi semplici semplici a centro area, mentre altri distrutti dai crampi benedicevano il triplice fischio.
Chi non se la sente è giusto che vada, chi non ha voglia di rinunciare alla pecunia e’ giusto che vada… ma chi resta per favore si immedesimi in noi populisti del pallone, mortificati del weekend calcistico, e ci regali la maledetta ossessione ogni sporca domenica, e non ci sveli il segreto di come si muore, perché sportivamente lo potremmo, (dopo la scuola appena terminata col professor Motta…..) insegnare 38 domeniche l’anno.
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