C’è sempre da dimostrare qualcosa sul campo caro Rabiot

C’è sempre da dimostrare qualcosa sul campo caro RabiotTUTTOmercatoWEB.com
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martedì 29 marzo 2022, 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti

Certe dichiarazioni bisognerebbe evitarle. Perché nel calcio, come nella vita di tutti i giorni, in qualsiasi professione si eserciti, c’è sempre da dimostrare il proprio valore. Ergersi su un pulpito, rinchiudersi in una torre d’avorio, sono goffi segnali di chi non intende mettersi in discussione. Pontificare non serve a nulla, servono solo i risultati sul campo, unico giudice inoppugnabile del calcio. Per la seconda volta in questa stagione, alla Juventus sono arrivate due dichiarazioni scivolose, sdrucciolevoli, che sicuramente in società non sono state particolarmente gradite. Dapprima Dybala, dopo la polemica esultanza nella gara interna vinta con l’Udinese, e in pieno fermento da rinnovo di contratto, si lasciò andare a questo tipo di asserzioni scomode e di grande distacco, sappiamo poi come è andata a finire.

Nessun rinnovo e fine della sua esperienza in bianconero. Poi le parole di Veronique Rabiot, mamma e procuratore del figlio Adrien numero 25 a strisce bianche e nere. Altra dichiarazione scomoda e fuori luogo che non verrà certamente apprezzata dalla dirigenza. La madre-agente ha attaccato lancia in resta:” Adrien non ha nulla da dimostrare, gioca a calcio ed è la sua passione dentro e fuori dal campo. In Italia dicono che non è buono, ma non tutti sanno quanti sacrifici ci vogliono e che mente d'acciaio serve per affrontare questa vita”. E invece no, cara signora Veronique, a prescindere dalle prestazioni buone o cattive, e Rabiot da quando è alla Juve di prestazioni rilucenti ne ha collezionate invero pochine, un calciatore deve sempre dimostrare di valere, di essere meccanismo portante di una squadra, di essere un perno inamovibile, di meritare la maglia, l’affetto della gente e lo stipendio. La vita professionale, che sia quella di un idraulico, di un manager o di un calciatore esige delle dimostrazioni e delle riprove quotidiane da immettere nel proprio mestiere. Per rispetto dei tifosi che ti seguono, per rispetto di chi ti paga un lauto stipendio, per rispetto del professionista, dei colleghi e dell’amor proprio che ognuno dovrebbe possedere. Per un calciatore, in maniera particolare, l’obiettivo deve essere migliorarsi sempre e comunque, mostrando progressi con il calcio giocato, non con dichiarazioni spocchiose e fuori contesto.

Va detto che le carriere di questi due giocatori alla corte di Madama sono imparagonabili, Dybala è stato idolo, gioia ed orgoglio dei tifosi con quella maglia, Rabiot rappresenta un punto interrogativo da quando è giunto a Torino. Però le due dichiarazioni molto simili, nonostante il peso specifico diverso tra i profili, hanno infastidito tutto l’ambiente. Quelle di mamma Rabiot, va detto, ancor di più. Essere manager oggi, gestendo contratti milionari, e relativi problemi e soluzioni, significa anche saper gestire la comunicazione alla perfezione, il calcio odierno è legato fortemente alle parole ma, alla fin fine, contano sempre e solamente i fatti. Le gesta, i gol, le prestazioni, i trofei, rimangono nella storia e negli annali, le parole incidono al momento, sollevano polemiche, ma non hanno mai saturato bacheche o riempito palma res. E alla Juventus questo concetto è chiaro sin dalla fondazione, vincere non parlare a sproposito. Dimostrare sul campo è l’unica vera forza, racchiusa tra i piedi, di un calciatore e Rabiot questo lo sa molto bene.