Corsa Champions: serve solo vincere (senza farsi più del male da soli)

Corsa Champions: serve solo vincere (senza farsi più del male da soli)TUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti
Arriva l'Udinese in un match che la Juve deve solo vincere, Tudor dovrà inventarsi la formazione a causa di infortuni e ben tre squalificati

Due gare al gong finale, poi i verdetti saranno completati. Tutto in 180 minuti, con i cuori dei tifosi che trepidano e sussultano e la Juventus che ancora insegue il suo obiettivo minimo dell’annata, per salvare una stagione al limite dell’orrendo. Contro la Lazio serviva assolutamente il successo per dare uno strattone importante alla classifica e ai diretti avversari, invece, tra mille peripezie ed episodi arbitrali, è giunto l’ennesimo 1-1 esterno, dopo quello di Bologna; risultato che ovviamente non ha soddisfatto nessuno nella galassia bianconera. Appigliarsi alla conduzione arbitrale è da perdenti in cerca di alibi, e in definitiva serve realmente a nulla, legittimo però sottolineare come l’arbitraggio di Massa non abbia convinto, soprattutto nella gestione dei cartellini gialli che sono costate le squalifiche di Thuram e Savona per la prossima, imprescindibile, sfida contro l’Udinese allo Stadium. Partita che la Juve dovrà assolutamente far sua senza troppi indugi, vista la graduatoria cortissima per il quarto posto e il risultato della Roma a Bergamo: vincere i due match finali di questo campionato è un’imposizione, un dovere, un diktat, se si vuole cercare di raggiungere il piazzamento Champions, a tutti i costi. E con sei punti la Juventus sarà aritmeticamente in Champions. Altrimenti saranno guai seri, sia a livello di bilanci, di risorse economiche da impiegare sul mercato, sia per soppesare il resoconto di una stagione che nessuno si augura fallimentare sotto ogni angolatura d’analisi. A Roma però Madama è tornata a farsi del male, tanto male, da sola, cosa che si auspicava non dovesse più succedere, dopo la follia di Yildiz contro il Monza, tre turni orsono.

Il gol di Kolo Muani aveva messo i bianconeri in una situazione di preminenza e supremazia rispetto agli avversari, la Juve controllava la gara e teneva distante dalla propria area gli avanti biancocelesti: vero che mancava ancora tanto tempo al triplice fischio finale, ma il solco sembrava tracciato. Vecchia Signora in controllo delle trame di gioco, capitolini storditi dallo svantaggio e impossibilitati ad offendere e a creare grattacapi alla difesa juventina, poi il patatrac e l’ennesimo episodio di autolesionismo di una Juve che proprio non riesce ad evitare di farsi del male da sola, nemmeno quando i punti valgono il triplo. La sala Var di Lissone richiama l’arbitro sul contatto Castellanos-Kalulu e lì accade di tutto: la punta fa fallo sul difensore, gli pesta un piede, poi sprofonda a terra come se fosse stato colpito da una saetta lanciata da Zeus nell’alto dell’Olimpo, l’arbitro fischia pro Juve, ma il Var lo richiama, spingendolo alla review. Sia da molto distante, sia da una ripresa aerea immersa nella stratosfera, qualcuno davanti agli schermi nota la manata di reazione di Kalulu sulla schiena dell’avversario, producendo un rosso diretto per condotta violenta, che lascia Madama in inferiorità numerica per il resto della sfida. Kalulu sbaglia e viene immediatamente punito con l’espulsione, Castellanos dopo una sceneggiata da Actor Studio, resta in campo e sarà proprio lui a propiziare il pareggio, in extremis, con un colpo di testa, poi respinto da Di Gregorio e messo nel sacco da Vecino. La beffa delle beffe, giunta al minuto 96. Cosa resta di tutto ciò? Sicuramente la grave simulazione dell’attaccante non sanzionata che crolla terra tenendosi il viso mentre viene colpito sul dorso, ma il gesto sconsiderato di Kalulu, ahinoi, sottende ad una colpa gravissima e duplice, sia per la partita dell’Olimpico che in parità numerica la Juventus doveva e poteva vincere, sia perché il centrale francese verrà squalificato per due giornate e non ci sarà fino al Mondiale per Club in America. Un gusto amarissimo insinuato tra le papille gustative di tutti i tifosi zebrati, per una Juve che in 10 uomini ha lottato, ha sofferto, ha creduto senza paura di portarla a casa, con un esito che sarebbe stato fondamentale. Invece sappiamo tutti come è andata, doccia scozzese finale e il danno gravissimo di non poter contare su Kalulu contro l’Udinese, oltre a Thuram e Savona, e con Tudor che in una sfida fondamentale per l’intera annata, dovrà inventarsi una formazione capace di conquistare i tre punti basilari sul campo.

Due espulsioni in tre partite, in un rush finale giocato sul filo del rasoio e sui minimi particolari come quello a cui stiamo assistendo, sono errori imperdonabili che, ci si augura, non debbano costare l’obiettivo. In ogni caso, come scrivevo proprio qui tre settimane fa, subito dopo il rosso comminato a Yildiz, questa squadra avrebbe dovuto imparare immediatamente a smettere di farsi del male da sola, mantenendo nervi distesi, evitando reazioni e gesti stimolanti per il Var, evidentemente l’appello di tutto l’ambiente bianconero non è servito a nulla. 2 espulsioni in 3 partite sono un dato pesantissimo che la dice lunga sulla tenuta psicologica di una Juventus che, per tutto l’anno, ha sempre prestato poca cura ai dettagli; quelli che consentono di far svoltare in alcuni momenti topici della stagione. Che sono poi quelli che permettono, o meno, di raggiungere l’obiettivo. Igor Tudor ha definito un’ingenuità il gesto di Pierre Kalulu, al di là delle etichette la cacciata del centrale difensivo ha definitivamente condizionato il finale del match, agevolando il pareggio sul filo di lana da parte della squadra di Baroni. Ora bisogna inevitabilmente guardare avanti, ben sapendo che gli ultimi due scontri di campionato racchiuderanno tutta la vita sportiva e l’essenza della corsa Champions: la Juve che tutti vorrebbero, ovvero una squadra più forte di tutto e di tutti, comprese anche certe decisioni arbitrali, oggi non esiste e chissà quando la ritroveremo. La Juventus che vuole fortemente tentare di acciuffare il treno per l’Europa che conta, dovrà essere forzatamente diversa da quella dell’Olimpico, perché il tempo stringe, i bonus sono terminati e le giustificazioni sono a quota zero. Servirà solo vincere contro Udinese e Venezia, con la speranza che la classifica e i punteggi altrui possano dimostrarsi benevoli, fornendo incastri favorevoli alla truppa della Continassa, ecco l’unico modo per ritrovare le maglie di Madama nella Champions della prossima stagione. Vincere le ultime due partite per sbarcare nella ricca Europa, questo l'obiettivo obbligato di Tudor e i suoi ragazzi.