Per costruire una nuova Juve competitiva servono idee chiare

Per costruire una nuova Juve competitiva servono idee chiareTUTTOmercatoWEB.com
martedì 10 giugno 2025, 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti
L'insediamento di Comolli e le sue prime parole da direttore generale, il ruolo di Chiellini: alla Juventus servono strategie immediate

La rivoluzione societaria si è compiuta, sicuramente in ritardo, ma si è compiuta nei primi giorni di giugno. Periodo in cui i club hanno già avviato la programmazione, intavolato trattative e portato a casa alcuni risultati in sede di mercato. Tutto in linea, tutto predisposto, dunque? In verità no, perchè per completare l’organico dirigenziale manca ancora il direttore sportivo, e pure il direttore tecnico come da parole di Comolli, poi il progetto potrà decollare, come sperano tutti i tifosi di Madama. Per i due ruoli vacanti si attende con trepidazione, sarebbe fatto naturale che le scelte avvenissero prima della partenza verso gli Stati Uniti, dove la Juventus è attesa dal mondiale per club. Ma probabilmente arriveranno o durante la manifestazione o in seguito, il nuovo direttore generale juventino vuole scegliere al meglio, senza porsi limiti temporali. Una rivoluzione da principio segnata da un’accelerazione immediata, fuori prima Calvo e poi Giuntoli, dentro il direttore generale Damien Comolli e la preziosa promozione di Giorgio Chiellini come Directory of Football Strategy, lui primo punto di riferimento per l’area sportiva (allenatore e prima squadra) e anello di congiunzione importante con la dirigenza anche se, come accennato da Comolli, Giorgione opererà in diversi ambiti ma non si occuperà di mercato. Ma ora serve portare a compimento i quadri societari e in attesa che la dirigenza al completo venga svelata, appare chiaro un fattore, questa nuova pianificazione voluta fortemente da John Elkann ha assoluta necessità di sfoggiare una programmazione limpida e netta, corroborata da strategie e idee luminose, per ovviare alle problematiche della gestione varata da Giuntoli un paio di estati fa. Va benissimo tagliare i costi pesanti e il lordo sugli stipendi ai calciatori in sede di bilancio, portando avanti la sostenibilità, cosa che a Cristiano Giuntoli è riuscita, ma la Juventus ha l’obbligo di abbinare rettitudine bilancistica al tornare ad essere competitiva sul campo, fattore pressochè latitante e assente nell’ultima stagione. Madama non può accontentarsi di una qualificazione Champions acciuffata negli ultimi venti minuti dell’ultima giornata di campionato: insomma i tifosi chiedono ben altro e ci mancherebbe non fosse così.

In questo preciso momento la Juve ha l’assoluto obbligo di non sbagliare più nulla o quasi, perché nel calcio, si sa, chi risulta più virtuoso, sagace e “visionario”, spesso sbaglia meno, e alla lunga vince la battaglia. Non errare significa, quindi, sfoderare idee chiarissime su tutto come Comolli nella conferenza stampa di stamane ha sottolineato: gap da colmare con i competitor, linee strategiche societarie, obiettivi da perseguire, giocatori da non confermare e colpi da mettere a segno per rinforzare la squadra, senza dimenticare di fornire massima priorità ai dati provenienti dalla stagione regolare appena conclusasi. Ogni riferimento va nella direzione della caterva inaccettabile di infortuni muscolari succedutisi in stagione, con ben 17-18 giocatori coinvolti: ecco uno dei punti maestri da cui ripartire subitaneamente per porre nuove basi, scongiurando l’ecatombe di stop fisici che hanno privato sistematicamente la squadra di pedine importanti, partita dopo partita. Una Juve perennemente incompleta a causa di noie muscolari occorse durante tutta la stagione, settimana dopo settimana, rimane una delle priorità assolute su cui lavorare; ergo la nuova dirigenza è chiamata ad apportare dei forti correttivi per quanto concerne staff atletico e recupero degli infortunati. Nessuno vorrebbe più assistere, costantemente, allo “spettacolo” di 5-6 indisponibili per ogni partita, o a una Juve, come capitato in campionato a S. Siro, contro il Milan, obbligata a schierare McKennie e Weah in alternanza nel ruolo di centravanti. L’argomento assenti obbligati appare davvero un fattore imprescindibile e va risolto seduta stante, senza indugio alcuno, se poi il tutto verrà risolto anche con l'aiuto dei dati per la prevenzione, tanto meglio.

 Tudor confermato

Dopo la corte ad Antonio Conte vanificata dall’evoluzione dei fatti, la Juve ha puntato dritto, senza troppi tentennamenti, sul profilo che può dare garanzie, fornendo fiducia e prospettive a tutto l’ambiente. Gli incontri tra Comolli e Tudor si sono susseguiti, il gruppo dei giocatori ha evidenziato grande stima in Mister Igor e ha manifestato il suo favore verso il tecnico croato, poi finalmente è giunta la conferma ufficiale stamattina, dando un segnale forte all’insegna della continuità. Tudor ha fatto un’impresa vera in sole 9 gare, assicurando alla Juve la qualificazione Champions, dopo aver ereditato, parole sue, una squadra in una buca profonda, in preda ad insicurezze, perplessità e fiducia rasente lo zero: ecco perché il lavoro di Tudor è stato valutato attentamente, mettendo in risalto un compito arduo, pregiato e vittorioso che non era affatto scontato. Un’annata nefasta, recuperata sul filo di lana anche per l’impatto altamente positivo a livello psicologico e motivazionale di un allenatore come Tudor, dopo i disastri perpetrati da Thiago Motta in otto mesi di reggenza totalmente negativa.Con relativo disfacimento dello spogliatoio, denudato di motivazioni e privato di risultati e di conseguenza di obiettivi da raggiungere. La conferma di Igor Tudor è assolutamente meritata.

Questione mercato  

Difficile se non impossibile operare in questa prima finestra di mercato eccezionale per i club impegnati nel mondiale americano. Causa una dirigenza ancora non compiuta definitivamente e il problema immediato dei prestiti da risolvere. Oltre ai rientri di giocatori di proprietà Juve che serviranno a rimpolpare momentaneamente la rosa: Kostic, Rugani, Arthur, Thiago Djalo, la dirigenza si è concentrata per cercare di risolvere, a breve giro di posta, alcuni contesti che fino a due settimane erano parte integrante del gruppo squadra. Quella certa e confermata appare quella del centravanti, il transalpino Kolo Muani resta almeno fino alla rassegna iridata americana, poi starà agli uomini mercato della Vecchia Signora, incassare il si definitivo del francese per la prossima stagione. Le prospettive ci sono, ma la Juventus dovrà essere parecchio convincente nella formula e nelle intenzioni. Renato Veiga è tornato al Chelsea, mentre resta in bilico il discorso su Chico Conceicao che tantissimi tifosi vorrebbero ancora in bianconero, per la sua capacità di spaccare le partite con il suo gioco funambolico e la velocità supersonica. Inutile dire che per il portoghese la palla passa a Comolli, in attesa della nomina di un ds e di un dt di ruolo.

Inutile affrontare adesso l’argomento relativo al mercato di rafforzamento che prenderà corpo dopo il mondiale per club, ci sono nomi interessanti che la società tratta, come il centroboa canadese David, molto appetito da parecchi club; la Juventus necessita di almeno quattro ritocchi di qualità per far lievitare il potenziale della rosa. Ci sarà tempo di operare anche negli Stati Uniti, l’importante è che l’intera dirigenza abbia idee chiare e risolutezza nell’individuare e chiudere i colpi funzionali al nuovo progetto, appena inaugurato. Solo così Madama potrà sperare di tornare a dire la sua nella prossima stagione. Operatività, immediatezza e idee chiare, ecco il mantra in questa lunga estate nella sede della Continassa, con Damien Comolli sulla plancia di comando.