L’Aprile oscuro e le polveri bagnate dell’attacco bianconero

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martedì 2 maggio 2023, 18:00La Frecciata
di Franco Leonetti

Un aprile nero o quasi in casa Juve. Un mese davvero cupo e brutto sotto tutti i punti di vista, dalle prestazioni ai risultati, al quoziente reti. Il gol di Kean contro il Verona e quello di Milik, per il pareggio a Bologna, sono gli unici centri degli attaccanti nel mese appena andato in soffitta. Un ruolino di marcia scarsissimo per gli avanti di Madama, si aggiungano anche i risultati che, francamente, hanno lasciato interdetti: 2 vittorie, 3 pareggi e ben 4 sconfitte. I due successi, per 1-0, sono giunti contro gli scaligeri in campionato e l’importante vittoria casalinga di Coppa, ai danni dello Sporting di Lisbona, tre pari, tutti per 1-1, molto diversi tra loro: quello nella polemica gara di Coppa Italia allo Stadium contro l’Inter, il prezioso pareggio in Portogallo che ha consegnato la semifinale di Europa League, e l’ultimo a Bologna che ha lasciato recriminazioni per le tante occasioni create. 4 sconfitte sono davvero troppe, spiccano quella dolorosa e meritatissima in semifinale di Coppa Italia a San Siro con una Juve indecorosa, assai simile a quella maturata contro il Sassuolo in campionato, e le due cadute a Roma contro la Lazio, viziata da una svista arbitrale e del Var, cosiccome quella casalinga contro il Napoli, anch’essa con forti strascichi polemici all’indirizzo del direttore di gara Fabbri e della tecnologia.

In totale 6 reti fatte, 8 prese, statistiche povere e preoccupanti che si riverberano su una squadra non brillante, che non riesce a tenere la porta inviolata, e che chiamano in causa, fortemente, l’intero reparto d’attacco, che fatica tantissimo ad andare in gol. Il traballante e claudicante mese di aprile si è serrato con soli due gol degli avanti bianconeri, Kean ha aperto i giochi, Milik li ha chiusi, in mezzo reti di Rabiot, Cuadrado e Gatti. Impensabile prevedere che un reparto composto da grandi attaccanti come Vlahovic, Milik, Kean, Chiesa e Di Maria (genio e inventiva prestata al gol) abbia realizzato poco in stagione e continui a mostrare problematicità, con tanto di vena realizzativa prosciugata. Vlahovic, acquistato dalla Juve, per continuare la sua ascesa da goleador principe in Italia non sta mantenendo le promesse: unica attenuante la pubalgia che lo ha tormentato per lunghi periodi, limitandone presenze e apporto. Guardandolo in campo si nota un giocatore nervoso, che dovrebbe leggere le traiettorie sottoporta per chiuderle in gol, invece spesso tutto ciò non avviene. Per lui 11 successi personali in stagione, astinenza dal gol datata 16 marzo.

Milik ha avuto un impatto importante con la maglia bianconera, destando ottime impressioni e legando il gioco della squadra come si richiede a un centroboa in maglia Juve, 9 reti in 32 presenze e la macchia del rigore saltellante fallito al Dall’Ara; va aggiunto che, causa infortunio muscolare, è stato ai box per un paio di mesi. Kean, partito come assoluto rincalzo, ha saputo ritagliarsi spazi importanti e reti decisive, andata e ritorno con il Verona solo per citarne un paio, e sembra essere il puntero che aggredisce meglio l’area di rigore, anche se talvolta appare preda di errori di mira banali: il suo score recita 8 palloni a gonfiare le reti avversarie in tutta la stagione, finalmente pronto per tornare in campo dopo uno stop fisico. Di Maria non è un vero attaccante, ma ha saputo colmare le lacune dei ”veri goleador” mettendo a segno ben 8 centri in 32 presenze stagionali; sebbene a lui si chiedano rifiniture, assist e illuminazioni, il campione del mondo, spesso, ha tolto le cosiddette castagne dal fuoco, magari non concedendosi una continuità di rendimento cristallina; insomma l’età c’è anche per un fuoriclasse. In attesa di rivederlo brillante e fisicamente a posto, El Fideo non va in gol dal 9 marzo. Capitolo Chiesa. Tutti aspettavano il ritorno di Federico con apprensione febbrile, lui che è pedina che muta gli orizzonti di una squadra e cambia l’inerzia delle gare, ma il vero Chiesa lo abbiamo visto solamente a sprazzi. Un lungo infortunio al crociato ha bisogno di tempo per regalare al terreno di gioco il giocatore top che tutti conosciamo: Federico tra subentri e gare intere ha collezionato 25 presenze andando in rete solamente 2 volte.

I numeri tratteggiano, ampiamente, il momento difficoltoso dell’attacco bianconero, la speranza è che sin da domani, in casa con il Lecce, l’inerzia possa venir ribaltata, perché la Juventus ha assoluto bisogno di ritrovare i suoi attaccanti in questo mese di maggio, dove ci si gioca gli ultimi obiettivi rimasti: zona Champions da raggiungere e l’Europa League. Servirà fare molto molto meglio, sia a livello di squadra, sia là davanti. Cattiveria, tempismo e determinazione sono fattori basilari per trasformare in gol le occasioni create, e da un roster di punte come quello della Juve, è doveroso attendersi risultati decisamente migliori e quote personali realizzative di ben altro impatto. Maggio sarà un mese da non sbagliare, in primis per gli attaccanti.