Tre punti, Yildiz e poco altro
Un’altra gara tutt’altro che memorabile per la Juventus. Importante aver portato a casa tre punti vitali in chiave corsa Champions, ma a parte Yildiz, c’è onestamente molto poco. L’approccio alla gara è onestamente irricevibile, con una Juve lenta e scolastica, come sottolineato dallo stesso Spalletti nell’immediato post partita. Zero idee, pochi movimenti senza palla, la squadra bianconera è stata sin da subito prevedibile, consentendo al Cagliari di fare densità nella propria metà campo e cercare le ripartenze.
In un paio di occasioni i rossoblu di Pisacane hanno seriamente spaventato la retroguardia di Perin, sfruttando le difficoltà sulla corsia mancina di Kostic, poi è arrivato il gol con il Cagliari che si è letteralmente infilato in area come una lama nel burro. Niente che non avessimo già visto e Juventus sotto di un gol. La rete subita dà una sberla ai bianconeri, che reagiscono subito con Yildiz. Poi altri 20 minuti di nulla fino al secondo gol allo scadere ancora con Yildiz. Strappi, giocate dei singoli e due reti all’attivo.
Non c’è null’altro, se non tanti errori tecnici che si ripetono anche nella ripresa, con la Juve che ha pure diverse occasioni per ripartire e fare male alla difesa del Cagliari, ma soprattutto negli ultimi 30 metri manca sempre qualche cosa a livello tecnico e caratteriale. Conceicao è molto bravo a creare scompiglio, ma spesso o sbaglia la scelta o è poco incisivo nella finalizzazione. Male, molto male i subentrati David e Openda, che per nulla galvanizzati dalle rispettive reti in Champions hanno vanificato diverse transizioni positive con giocate ai limiti dell’assurdo.
Morale della favola: importante, vitale, decisivo portare a casa i tre punti, Spalletti è ultimo dei responsabili, ma al 29 novembre questa squadra non ha un’identità, non ha un’anima, non ha un’idea e dipende maledettamente dalle iniziative personali, soprattutto di Yildiz. Siamo sulle montagne russe e sembra che nessuno abbia intenzione di scendere.
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