La Juve di Tudor e le poche certezze: c'è da lavorare

La sosta per le Nazionali, diventa una pausa di riflessione per la Juve di Tudor. Il tecnico è chiamato ad invertire la tendenza al pareggio, finora cinque consecutivi, di cui tre nelle sei giornate di campionato. Squadra imbattuta, ma senza le vittorie si fa poca strada. Soprattutto lo scudetto diventa una chimera e si mette a rischio anche l'obiettivo minio, vale a dire la Champions League. Da più parti si chiede un cambio di modulo, anche alla luce del 3-5-2 visto nell'ultima parte della sfida contro, ma in quel caso è stato utilizzato a fini esclusivamente conservativi. Serve qualcosa di più per incidere a tutti i livelli.
Intanto la Juve necessita di una spina dorsale, come si conviene alle grandi squadre. Fermo restando il portiere, la certezza della difesa è Bremer, condizioni fisiche permettendo. Il brasiliano però è rientrato quest'anno dopo il lungo stop per l'operazione al ginocchio, quindi cautela nell'impiego. L'elemento che si sta rivelando intoccabile a centrocampo è Locatelli. Dopo qualche panchina per fare spazio a Koopmeiners, il capitano è tornato titolare, unico dei centrocampisti a fare filtro per la difesa. Sugli esterni, al momento comandano Kalulu a destra e Cambiaso a sinistra. Ma se si vuole incidere di più in fase offensiva, Joao Mario sarebbe più pertinente. Sulla trequarti al momento restano intoccabili Yildiz e Conceicao. Infine il capitolo centravanti: definire una gerarchia è l'imperativo. Buon lavoro a Tudor.
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