Spalletti e i suoi Mind Games: il tecnico è entrato nella testa dei giocatori e conquistato la Juventus

Spalletti e i suoi Mind Games: il tecnico è entrato nella testa dei giocatori e conquistato la JuventusTUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 09:51Primo piano
di Massimo Reina
Appena insediato alla Continassa, Luciano Spalletti ha già conquistato la testa e il cuore dei giocatori bianconeri: e siamo solo all'inizio...

Torino, novembre 2025. La città sembra respirare calcio a ogni angolo, ma nelle ore che precedono il derby della Mole il tempo sembra rallentare alla Continassa. Luciano Spalletti, arrivato da pochi giorni, ha già impresso il suo ritmo alla Juventus: passo dopo passo, parola dopo parola, ha trasformato il quartier generale in un laboratorio di idee e motivazioni. Non c’è ancora il fischio d’inizio, eppure il tecnico toscano è già dentro la testa dei giocatori. La sua Torino non è solo una geografia, ma una dimensione mentale: i campi della Continassa sono l’orizzonte, lo Stadium il faro.

Ogni allenamento è una prova di concentrazione, ogni esercizio una piccola lezione di calcio e psicologia. Chi osserva, camminando tra i rettangoli verdi, nota come Spalletti spieghi, mostri, corregga, senza mai perdere la pazienza, ma con la fermezza di chi sa che il tempo è limitato e che l’urgenza è costruire un’identità vincente. L’hotel adiacente alla Continassa è il suo rifugio e la sua base operativa, a pochi minuti dal centro di Torino, come Castelvolturno lo era per il Napoli. Lì Spalletti vive la squadra: discute strategie a colazione, rivede video di partite a cena, respira la città e il club come fosse parte di sé. Non è solo tattica, non è solo tecnica: è la creazione di un ambiente dove ogni giocatore sente il peso del derby e l’onore di indossare la maglia bianconera.

Il derby della Mole non è mai una partita come le altre, e Spalletti lo sa. In una settimana, ha acceso le lampadine spente, riattivato l’orgoglio e la curiosità, e già si vedono i primi segni: movimenti più fluidi, occhi più attenti, quella scintilla che distingue una squadra che teme il campo da una che lo ama. Il calcio è, per lui, anche questo: il rumore dei tacchetti sull’erba, la palla che scorre, il respiro che accompagna il passo deciso di chi vuole vincere, senza compromessi. E mentre Torino si prepara al grande giorno, tra il traffico cittadino e le luci dello Stadium che si accendono all’orizzonte, Spalletti continua a lavorare, a incidere nella testa e nel cuore dei suoi ragazzi. Una settimana può sembrare poco, ma in realtà basta per sentire già l’eco di qualcosa di nuovo. Qualcosa che, chissà, potrebbe riportare la Juventus a camminare tra le grandi, passo dopo passo, partita dopo partita.