Xhaka, la scintilla giusta per ridare identità al centrocampo bianconero
Granit Xhaka non è solo un nome in pole per la Juventus: è un profilo che incarna esattamente ciò che oggi manca al centrocampo bianconero. Esperienza internazionale, carisma naturale, capacità di prendersi responsabilità nelle fasi calde delle partite: qualità che spiegano perché un allenatore come José Mourinho avrebbe fatto di tutto pur di portarlo alla in giallorosso durante la sua avventura a Roma. Lo svizzero porta leadership vera, quella che si sente in campo quando c’è da guidare una squadra nei momenti in cui le gambe tremano. Ma soprattutto porta una cosa che nella Juve attuale si vede troppo poco: la capacità di far correre il pallone con semplicità, precisione e velocità. Quello “scorrere sull’erba” evocato da Spalletti come rumore del calcio fatto bene. Xhaka è un maestro nel giocare a due tocchi, nel dare linee pulite, nel velocizzare la manovra senza fronzoli. È un catalizzatore tattico, uno che migliora gli altri solo con il modo in cui si posiziona e distribuisce. In un centrocampo che fatica a trovare continuità tecnica e personalità, la sua presenza porterebbe ordine, ritmo, maturità. E anche un pizzico di coraggio, perché Xhaka non ha paura di alzare i giri quando serve, di prendere l’iniziativa, di guidare la pressione o di rallentare il gioco quando bisogna respirare. È il giocatore che unisce muscoli e cervello, intensità e qualità. Quello che dà un’identità. Gennaio si avvicina, e quella che porta allo svizzero oggi è la pista più logica, più concreta e più utile per una Juventus che vuole ritrovare una voce forte in mezzo al campo.
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