Juventus-Roma, Moggi non fa sconti: "Bianconeri molli. E Roma diventa lo spartiacque”
Luciano Moggi guarda la Juventus come si guarda un vecchio palazzo: conosce ogni crepa, ogni stanza, ogni porta che non si chiude più bene. E non si lascia incantare dalla vernice fresca. “Con Spalletti non è cambiato niente”, dice a TuttoMercatoWeb. Frase secca, senza condimenti. Di quelle che non cercano applausi ma verità.
Per Moggi la Juventus resta una squadra prigioniera delle proprie caratteristiche, che sono quelle che sono. Con Bremer, ammette, qualcosa può migliorare, ma il livello resta distante da Inter e Napoli, che oggi viaggiano a un’altra velocità, con un altro respiro. La Juve, invece, arranca, pareggia, si adagia. È una squadra che spesso dà l’idea di galleggiare più che di nuotare.
Il punto, secondo l’ex dirigente, è tutto nel mercato. O meglio: negli errori del mercato. “Mancano difensori e centrocampisti”, sentenzia Moggi. Come dire che manca l’ossatura, le fondamenta. Puoi anche avere belle idee, ma se la casa poggia male, alla prima scossa traballa. E la Juventus, negli ultimi mesi, ha traballato spesso. Juve-Roma non è una partita come le altre, è una cartina di tornasole. “La prova del nove”, la definisce Moggi. Perché la Roma è una diretta concorrente per il quarto posto, perché lo stadio pesa, perché lì si capisce se Bologna è stato un episodio o l’inizio di qualcosa. Dopo Roma, la Juventus saprà chi è davvero: una squadra che prova a risalire o una che resta a metà del guado.
In fondo Moggi non condanna, ma nemmeno assolve. Guarda, valuta, misura. Come faceva una volta, quando il calcio era un mestiere artigianale e non un algoritmo distratto. E il suo messaggio, tra le righe, è chiaro: senza difensori, senza centrocampisti, senza identità, non si va lontano. La stagione è ancora lì, aperta come un libro a metà. Ma il tempo, quello sì, comincia a stringere. E alla Juventus, più che parole, servono fatti. E anche in fretta.
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