Xavier Jacobelli: "Tudor capro espiatorio. La Juve paga ancora l’addio a Marotta"
La nuova bufera in casa Juventus, sancita dall’esonero di Igor Tudor, non è soltanto un episodio isolato. A tracciarne il quadro, senza mezzi termini, è Xavier Jacobelli, giornalista sportivo ed ex direttore di Tuttosport e del Corriere dello Sport-Stadio, che in un’intervista rilasciata a scommesse.io ha ricostruito con precisione e un filo di amarezza il cammino della società bianconera verso questo nuovo punto critico.
"Non si tratta solo dei cinque pareggi consecutivi, né delle tre sconfitte consecutive fra campionato e Champions", sottolinea Jacobelli. "Non è solo questione di primati negativi eguagliati: otto partite senza vittoria come quindici anni fa, quattro gare senza segnare come trentiquattro anni fa. La Juve è una macchina che sembra inceppata in tutti i suoi ingranaggi". Il giornalista ricorda poi il valzer degli allenatori: Sarri, artefice dell’ultimo scudetto del 2020, licenziato subito dopo; Pirlo, vincitore di Supercoppa e Coppa Italia, silurato nel 2021; Allegri, artefice dei dodici trofei del suo primo ciclo, esonerato nel maggio 2024; Thiago Motta, con 29 giornate alle spalle; e infine Tudor, confermato a giugno per il biennale e ora cacciato.
"È troppo semplice prendersela con Tudor", ammonisce Jacobelli, "additarlo come capro espiatorio significa non capire le vere cause della crisi". Secondo Jacobelli, la radice di tutto affonda in decisioni societarie e gestionali più profonde, che non si limitano al campo: una strategia contraddittoria, continui cambi di guida tecnica e la difficoltà a costruire un progetto stabile hanno scavato un solco difficile da colmare. "La nuova crisi", conclude il giornalista, "ha una data d’inizio precisa: capire quando è cominciata è fondamentale per capire dove si è sbagliato".
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