Al diavolo l’algoritmo: è di scena Juventus-Inter!

Al diavolo l’algoritmo: è di scena Juventus-Inter!TUTTOmercatoWEB.com
domenica 26 novembre 2023, 21:44Editoriale
di Roberto De Frede
Nella società dell’algoritmo svaniscono garanzie che avrebbero dovuto mettere le persone al riparo dal potere tecnologico, dall’espropriazione della loro individualità da parte delle macchine. (Stefano Rodotà)

Non c’è niente da fare, quando qualcosa va di moda, quella cosa la si mette in tutte le salse. È il “momento” dell’intelligenza artificiale e non poteva, con le sue ramificazioni algoritmiche, non entrare in campo nel derby d’Italia, consegnando lo scudetto all’Inter a novembre, prima ancora che le squadre si affrontino in campo. Non bastava il Var al nostro desco, ora abbiamo come commensali anche I.A e algoritmi annessi!

Credono in tanti che sia una novità questa I.A. con tutti i suoi tentacoli, ma invece già nel 1818 Mary Shelley, raccontò - attraverso il suo Frankenstein - la creazione di un uomo, senza essere Dio, ma utilizzando un'energia di essenza divina il cui uso era considerato da Plinio il Vecchio un sacrilegio dalle terribili conseguenze. Samuel Butler nel 1872 con Erewhon immaginò un mondo in cui le macchine sarebbero state intelligenti. Dopo di loro sono arrivati lo scrittore ceco Karel Čapek con il dramma utopistico fantascientifico R.U.R. del 1920, inventando il termine “robot”. L’utopia era liberare l’umanità dalla schiavitù della fatica fisica. Ma gli effetti sono catastrofici, l’umanità reagisce male, affonda nel vizio e nell’indolenza, e le nascite iniziano a calare in modo preoccupante. I robot, ormai diffusi in tutto il mondo, iniziano a ribellarsi ai loro creatori e a sterminarli.  Nel 1927 il regista Fritz Lang col suo Metropolis, ed ancora i replicanti di Blade Runner, le macchine intelligenti e ribelli di Matrix, i robot di Asimov con le tre leggi della robotica. Rovistando in quel “pozzo di San Patrizio” che è l’antica Grecia, troviamo che nel XVIII libro dell’Iliade Omero descrive le ancelle del dio Efesto come ἀμφίπολοι χρύσειαι, “fanciulle auree” simili a giovani donne viventi, dotate di νόος “intelligenza”, αὐδὴ “voce” e σθένος “forza”. Nel IV libro delle Argonautiche Apollonio Rodio racconta di un altro αὐτόματον costruito dalla divinità; si tratta del gigante di bronzo Talos, incaricato dal re Minosse di sorvegliare e difendere l’isola di Creta. Del resto Karl Popper scrisse che la scienza che avvicina l’uomo al robot è antica, ma non sempre ha migliorato l’umanità. Oggi le cose sono un po’ cambiate. Gli αὐτόματα di Efesto sono stati sostituiti da colleghi dai nomi decisamente più accattivanti. Alexa, Siri, Google Assistant e le I.A. sono solo alcuni degli assistenti virtuali che è possibile contattare, riempiendoli di milioni di dati, per sapere chi vincerà tra Juventus e Inter.

L'algoritmo di Opta stila la classifica finale: Inter campione all’84,5%, lasciando forse quel 15,5% affinchè tutti gli abbonati non disdicano contratti tv e curve. Un algoritmo è una procedura di calcolo, uno schema con il quale l'uomo codifica le modalità di elaborazioni dei dati. Gli algoritmi rappresentano l'anima razionale dell'intelligenza artificiale. Tale e quale a una ricetta di cucina, un algoritmo è una serie d’istruzioni che permette di ottenere un risultato. In modo ultrarapido, l’algoritmo opera un insieme di calcoli a partire da gigantesche masse di dati, i cosiddetti big data. Organizza gerarchicamente l’informazione, indovina ciò che ci interessa, seleziona i beni che preferiamo e si sforza di sostituirci in numerosi compiti. Siamo noi a fabbricare questi calcolatori, ma in cambio loro ci costruiscono. Probabilmente il cuoco in questione aveva il grembiule nerazzurro, ha aggiunto ingredienti ovvi e oggettivi del momento; il grande chef stellato di una stella, non aveva nessuna voglia di commentare la partita in diretta, perché avrebbe dovuto viverla, e forse vivere oggi per molti è un di più, un’appendice del tempo meccanico che scorre. Ricordate Rosie, la robot casalinga della famiglia Jetson (i Pronipoti), nel cartone animato di Hanna-Barbera? Ebbene ho chiesto proprio a lei chi vincerà il derby d’Italia, e mi ha risposto così: «mi suggerisca lei, e poi tra un algoritmo e l’altro vado a spolverare». Vi rendete conto?

Juventus-Inter è tutto fuorché una fredda procedura composta da una sequenza di istruzioni, che consente di conseguire un determinato risultato partendo da una situazione iniziale assegnata. Il derby d’Italia, poesia del calcio come quella della vita. Un accavallarsi di passioni e di emozioni. Di vittorie al cardiopalma all’ultimo secondo e di sconfitte brucianti. Di lacrime di gioia e amare tanto da lasciare cicatrici indelebili. L’odore dell’erba dei campi di Torino e di Milano impregnato nelle narici. Il rumore dei tacchetti degli scarpini negli spogliatoi. Il capolavoro impressionistico dei due capitani in tinte bianconerazzurre, colori che quando si toccano provocano scintille, mentre escono dal tunnel orgogliosi e impettiti con il vessillo stretto tra le mani. Boniperti e Angelillo, Castano e Picchi, Salvadore e Mazzola, Furino e Facchetti, Scirea e Bini, Vialli e Bergomi, Del Piero e Zanetti. C’è un pezzo di storia della nostra Italia, della nostra vita.

Nei supplementari della vita esiste sempre la speranza di ribaltare il risultato, di cambiarne le sorti, di credere fortemente al di là di ogni logica e di ogni ragione. La possibilità di sognare e di aspettarsi da noi stessi molto di più di quello che gli altri credano di noi. La volontà di andare sempre un po’ oltre quello che solo ieri sembrava il massimo del possibile. L’opportunità di scrivere e riscrivere una storia che non è mai finita. Tutto questo ed altro ancora è Juventus – Inter, un infinito supplementare, perché ognuno di noi aggiungerà sempre un battito del suo cuore. Caro algoritmo, tu comprendi tutto questo, dai speranze? Totò avrebbe detto… ma mi faccia il piacere! 

E allora prestiamo attenzione a tutto ciò, non ci facciamo distrarre da numeri senz’anima, anche perché i distratti - diceva il drammaturgo cileno Alejandro Jodorowsky - non conosceranno mai i miracoli, e allora stasera i bianconeri dovranno essere molto attenti!

Roberto De Frede