Coraggio e equilibrio. L'uno non può escludere l'altro altrimenti...

Coraggio e equilibrio. L'uno non può escludere l'altro altrimenti...  TUTTOmercatoWEB.com
martedì 3 ottobre 2023, 12:29Editoriale
di Alessandro Santarelli

Coraggio ed equilibrio. Nel calcio servono entrambi, nell’attuale Juventus sembrano due elementi incompatibili. Eppure a Bergamo, tra il ventesimo e la fine del primo tempo, si era avuta l’impressione che il coraggio potesse portare a qualcosa di buono. Vittoria? Prestazione? Nessuno ha la sfera di cristallo, ma quello che è mancato nella ripresa è stato proprio il coraggio. E qui entra il ballo il secondo elemento l’equilibrio. Catalano direbbe, tra una sconfitta e il pareggio sempre meglio il secondo, ma quello che non è piaciuto è come ci siamo arrivati. La squadra si è arroccata in difesa, ha abbassato il baricentro di 10 metri e ha rinunciato alla fase offensiva. Per carità, il punto a Bergamo ci sta, vogliamo anche dire che forse le scorie mentali di Reggio Emilia non sono ancora andate via del tutto, ma perché si è rinunciato a priori a provare un minimo di fase avanzata? Tutto si è condensato nella conclusione centrale di Chiesa, poi il vuoto. Vero, mancavano i due riferimenti offensivi, Vlahovic e Milik, Kean ha giocato seppur in precarie condizioni fisiche, e questa è cronaca non alibi, ma la mole di critiche alla prestazione è arrivata anche perché la stessa non è stata figlia delle oggettive difficoltà bel mettere assieme un undici più offensivo, ma di un atteggiamento che in questi due anni è stato visto troppe volte.

Ecco, il tifoso è stanco di vedere una Juventus arrendevole, impaurita e troppo spesso a protezione della propria metà campo. Questo, lo dobbiamo dire, fa perdere anche un pizzico di lucidità nei commenti. Ma ci sta dopo due anni a crescita pressochè zero. Personalmente mi sono molto più arrabbiato dopo la sconfitta di Reggio Emilia, che non dopo il pari di domenica, dove l’equilibrio e la paura ( che deve  assolutamente essere cacciata) hanno preso il sopravvento. La prossima fase di calendario con Torino in casa, Milan in trasferta, Verona tra le mura amiche e Fiorentina al Franchi, ci daranno un quadro ancora più completo, ma soprattutto ci faranno capire se preverrà il coraggio o l’equilibrio e una certa paura. Perché è vero che questo inizio di campionato è il migliore da tre anni, ma non possiamo dimenticare che il calendario non è stato proibitivo.

Come più volte detto in radio non considero questa rosa competitiva per lo scudetto, ritengo il reparto mediano quello più indietro delle pretendenti ai primi quattro posti, ma aspettarsi qualcosa in più è il minimo per i tifosi e la critica. Si può, e forse di deve, arrivare al pareggio anche con una vis pugnandi diversa, quella che anche questa squadra in alcune occasioni,penso a Udine, penso al secondo tempo con il Bologna, penso alla gara con la Lazio, ha dimostrato di poter avere. Possibile che la sconfitta di Reggio Emilia abbia compromesso quei timidi segnali di cambiamento? Spero di sbagliare, ma a volte la sensazione è che l’allenatore, che ha delle responsabilità ma non è l’unico da mettere sull’eventuale banco degli imputati, non si fidi fino in fondo della sua rosa. E se cosi fosse non sarebbe un bel segnale in vista del futuro.

L’altro elemento che va considerato, piaccia o no, sono le parole, stavolta chiare e ripetute, della società. Obbiettivo della stagione è l’ingresso in Champions. Abbiamo più volte in passato criticato i vertici di poca chiarezza, ecco stavolta non è cosi. Ci piace? No, perché nella nostra idea la Juventus gioca sempre per il massimo traguardo, ma non vi pare che sia anche un’ammissione, pure da leggere con molta sincerità, di un periodo in cui vincere diventerà molto molto complicato? Stiamo attraversando una fase di ricostruzione, delicata, difficile e complessa, aggravata dal peso che i tifosi si portano sulla stomaco da due anni di prestazioni non all’altezza. Elemento questo che non può e non deve passare in secondo piano. C’è stanchezza, delusione e perché no rabbia ( che deve però essere sempre propositiva e mai distruttiva) che porta una buona parte della tifoseria ad avere i nervi a fior di pelle. Ci si divide, adesso più che mai, si discute ci si confronta ma la bussola non dovrebbe essere mai smarrita.

Quella bussola che vorrebbe poter vedere assieme coraggio equilibrio. Nel calcio moderno elementi che devono poter camminare assieme, anche quando non hai una rosa da primo posto.