Il tesoretto da ricostruire, i talenti da scovare e i campioni da acquistare: ecco il lavoro che attende l'architetto Giuntoli
Ora che il campionato è finito, possiamo concentrarci sul futuro e sulla grande ricostruzione avviata dal nuovo architetto: Cristiano Giuntoli. L'uomo che nella passata stagione arrivò in ritardo per colpa del "rapimento" di De Laurentiis che non accettò la fuga del suo ex ds e di Spalletti, ora può finalmente lavorare nei tempi e nei modi che vuole. Piacciano o non piacciano. I tempi sono quelli dettati da un ruolo ormai acquisito e la possibilità di muoversi per le future scelte di quella che sarà la sua Juventus sin da subito, anche a campionato ancora in corso, quando si semina per poi raccogliere prima che i frutti siano raccolti da altri. Il ruolo è stato definito dal proprietario John Elkann quando, urbi et orbi, ha detto che spetta al direttore tecnico lavorare alla ricostruzione della Juventus.
Da cosa si parte? Difficile dirlo, perché si tende sempre a sintetizzare il lavoro di un dirigente come Giuntoli con il comprare l'allenatore e i giocatori della prima squadra, magari con un bancomat senza limiti sfruttando un appeal importante. No, non è così semplice. I tempi d'oro sono alle spalle, e per tornarci occorrerà pazienza, competenza e le giuste intuizioni passando anche attraverso i più classici e necessari rischi d'impresa. Intanto quel bancomat va rigenerato, ora assomiglia più ad una carta ricaricabile, vendere qualcosa che non frutta, sacrificare qualcosa di sacrificabile, ridurre spese inutili, asciugare costi e crearsi così un tesoretto con cui lavorare e dopo, soltanto dopo, passare all'azione. Non è un caso che si stia cercando di ottimizzare intanto dai costi del settore giovanile o dalle Women che non vuol dire chiudere i progetti o renderli perdenti, ma non sperperare sin da lì, inserire competenze anche a quei livelli, creando valori e non andandoli a comprare e, al tempo stesso, risparmiando per gestire anche la prima squadra quella che, vuoi o non vuoi, traina tutto.
Poi si è passati alla scelta più delicata, quella dell'allenatore. Salutare (male) Allegri, chiudere un capitolo di alti e bassi, scegliere Motta, essere costretti ad alzare il tiro rispetto alla prima preventivata spesa d'ingaggio ed elaborare, insieme al nuovo tecnico che verrà ufficializzato a breve, le strategie tecniche in gran segreto per non lasciar intuire ai possibili acquirenti chi è in vendita e chi no. Meglio non mettere cartelli "in vendita" su nessuno, altrimenti il prezzo lo farà l'acquirente ma, nel frattempo, bisogna accelerare il tempo sugli acquisti, a partire dai ruoli scoperti (gli esterni e i centrocampisti) per poi concentrarsi sulla qualità tenendo per ultimo il tesoretto più ricco. Quello con cui fare il mercato di qualità.
Quello che spieghiamo è un concetto banale, eppure è necessario perché non tutti i tifosi, giustamente, sono a conoscenza dell'enorme mole di lavoro di un dirigente alla Giuntoli. Ecco perché ci vuole attenzione nei giudizi, pazienza e provare a far lavorare con la dovuta serenità chi deve ricostruire l'architettura dell'Impero bianconero. Perché la Juventus non vuole lo scudetto, vuole costruire un ciclo.
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