Preparata bene, ma non è bastato

Preparata bene, ma non è bastato
sabato 10 maggio 2025, 23:11Mister Nicolino
di Mirko Nicolino
La strategia della Juventus contro la Lazio a Roma sembrava essere quella giusta: l'espulsione di Kalulu ha tolto certezze a Tudor

Non è stata sicuramente una gara memorabile quella dell’Olimpico tra la Juventus e la Lazio, ma termina sicuramente con un altro rimpianto da parte dei bianconeri piuttosto che dei biancocelesti. Nel primo tempo le emozioni si sono verificate col contagocce, ma ai punti avrebbe sicuramente meritato la squadra di Igor Tudor. La strategia del tecnico croato contro Marco Baroni è stata chiara sin dai primi minuti: portare i padroni di casa ad esporsi per poi pugnalarli, alternando pressione alta, media e bassa.

Consapevole del fatto che se concedi spazio a Zaccagni, Castellanos e compagnia ti possono far male, la Juve si è adattata annullando praticamente le scorribande offensive della formazione capitolina. Al contempo, la Signora è parsa molto determinata nel palleggio, anche nella trequarti biancoceleste, senza però creare grandi pericoli a Mandas. Almeno fino al gol, arrivato ad inizio ripresa al termine di una bella azione in cui McKennie ha messo a Kolo Muani un vero e proprio cioccolatino.

Dopo il vantaggio, la strategia della Juve sembrava potesse essere maggiormente vincente, visto che per andare a cercare il pari, la Lazio avrebbe dovuto inevitabilmente lasciare più spazi alle proprie spalle per le scorribande del centravanti francese e degli esterni (Alberto Costa soprattutto abbastanza intraprendente). Peccato, però, che dopo 9 minuti sia arrivata l’espulsione di Kalulu che ha costretto, così come col Monza, la squadra di Tudor ad abbassare il baricentro per poi cercare di tenere palla nelle transizioni positive.

Il tecnico croato, una volta in 10 uomini, ha riassestato i suoi e sembrava che le cose andassero sostanzialmente bene, fino all’ingresso di Adzic per Kolo Muani. Un cambio azzardato, che lo stesso tecnico bianconero ha corretto dopo soli 10 minuti richiamando il ragazzino per mettere dentro Vlahovic (uscito anche Conceicao, che era subentrato a Gonzalez, per fare spazio a Douglas Luiz). Con gli ultimi cambi sembrava che la Juventus potesse portare a casa il bottino pieno, invece ci sono state al solito alcune gestioni palla approssimative. Basta citarne una di Locatelli nella trequarti laziale, e una di Vlahovic davanti alla propria area. Errori che a forza di ripetersi prima o poi portano a una punizione divina.

Che è arrivata anche stavolta, a soli 60 secondi dal termine. L’ennesima doccia fredda, che certifica i problemi strutturali di una squadra costruita male e che nessun allenatore può di certi sistemare in poche settimane. Anche questa sera la Juve è stata incapace di mettere un cross, che sia uno, pericoloso in area. Né in gioco, né su calcio da faremo. L’emblema di questa squadra e di questa stagione è Renato Veiga che batte una punizione potenzialmente importante e la spedisce in curva. Non possiamo fare altro che sperare che finisca presto, ma con la qualificazione in Champions League, che a differenza di quanto dice Giuntoli, non è un dettaglio, ma cambia letteralmente la vita.